La Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien ebbe inizio nel 1914. Questa potrebbe essere una sorpresa, considerando il fatto che Il Signore degli Anelli fu pubblicato nel 1954-55 e anche che Lo Hobbit apparve non prima del 1937. Ma il fatto è che prima e dietro a questi due libri esisteva già un enorme base di lavoro creativo: l’ambizioso e vasto ciclo di storie che sarebbe poi diventato Il Silmarillion, così come gli annali, la descrizione cosmografica, la poesia, le illustrazioni, le mappe e, naturalmente, diversi linguaggi e sistemi di scrittura inventati.
Gli inizi
Il primo frammento identificabile della Terra di Mezzo emerse il 24 settembre 1914, quando Tolkien (qui fotografato nel giugno dello stesso anno) era ospite a casa della zia a Nottinghamshire. La guerra era appena scoppiata in Europa, tutto il mondo era in fermento, e Tolkien fece il primo passo sulla strada che poi avrebbe seguito per il resto della sua vita. Ma ci arriverà a tempo debito. Il 26 gennaio 2014 è ricorso il centenario della prima lettura pubblica conosciuta dell’epica di Tolkien. Non è quella che ci si potrebbe aspettare: qui non ci sono cariche di cavalleria, né mostri mitologici, né scontri a fil di spada. Riportiamo i verbali ufficiali di una riunione del College – una sessione della Stapledon Society, il corpo di studenti universitari che frequentano l’Exter College ad Oxford. È difficile immaginare un argomento che con meno probabilità possa risvegliare l’immaginazione e forse, in altre mani, sarebbe potuto esser stato al massimo blandamente divertente o, al peggio, squallidamente utile. Tuttavia, a scriverlo fu incaricato Tolkien. Come suo ultimo mandato era stato il Segretario della Stapeldon Society e questo era uno degli ultimi suoi incarichi. In più, fu in questa riunione che venne eletto Presidente per il successivo mandato. Così, immaginatevi la scena di quel 26 Gennaio 1914, con un Tolkien ventiduenne, seduto sulla sedia, con il suo successore come segretario – il suo amico Colin Cullis – mentre sta leggendo il resoconto vivido da cui sono stati presi i seguenti stralci*. È una parodia di una riunione studentesca, raccontata in termini epici, come fosse una battaglia.
Il racconto
«Alla 791ma riunione della Stapelton Society, tenutasi il 1° dicembre 1913, una delle più grandi battaglie tra democrazia e autocrazia è stata combattuta e vinta e, come di solito avviene in questi scontri, le armi della democrazia erano teppismo e chiasso… Molto prima che gli ufficiali passassero la coltre di fumo, si udirono i suoni inquietanti di una gigantesca Casa assetata di sangue [la personificazione della totalità degli studenti]. Anche nel portico un sordo mormorio in forte espansione, come la Baia di Bloodhound in “Red Axe” (libro di S.R. Crockett del 1898, N.d.T.), raggiunse le orecchie dei più pigri; prontamente fece gonfiare la folla che, con la porta ormai
bloccata dal flusso, entrava attraverso le finestre. [Il Presidente uscente, R.H. Gordon, aveva portato una bottiglia di Porto e gli altri studenti seguirono l’andazzo, così l’incontro declinò verso un generale stato di ubriachezza. Una discutibile decisione della Presidenza che condusse a una tristezza diffusa]. La Casa – individuabile nel signor H.S. Price, rosso in viso e con le vene rigonfie di rabbia sulla fronte – protestò contro questa sentenza con un tale fervore che mai si era sentito prima in questo luogo. Uomo dopo uomo si alzarono per parlare arrossati dal vino dell’ira e, uomo dopo uomo furono repressi, schiacciati e soffocati nell’oblio con la magia della Regola 9 sez. B; fino a quando la Casa non cominciò a essere infastidita dalla Regola 9 (B) come da un nemico personale e cominciò a sentirsi investita da un forte antagonismo ogniqualvolta se ne faceva menzione. L’unico modo che, i membri agli angoli più lontani della stanza, avevano per capire i progressi nella discussione era quello di vedere i cambiamenti di colore sul volto del Presidente, che variavano dal viola acceso al color crema più smorto… Quando il signor Trevor Oliphant si alzò con il viso bianco di amara determinazione e richiese che la Casa si riunisse in privato per discutere sulla questione costituzionale in sospeso, tutti i limiti consentiti, tutto l’ordine e tutto il resto vennero dimenticati; ed in un lungo e rauco tripudio di baccano, di aspre grida, di bottiglie brandite verso l’alto, di portafiammiferi scagliati, di abiti estremamente fioriti, di tazze fracassate, e luci spente, la Casa dichiarò la sua determinazione imponendo il suo volere ed ignorando la costituzione. In mezzo a questo caos, un fiammifero di marca Fu-ji-ya rimbalzò sul petto del signor Palmer e colpì il segretario [Tolkien stesso] piazzandosi sul suo naso. Per essere precisi per un’ora la Casa si battè, con chiasso ed indignazione, per la sua volontà. Erano sul punto di dissolversi e di trasformarsi in un’altra associazione, o si discuteva sull’accettare la regola 40, o ancora la regola 10, oppure per non avere assolutamente regole, o per avere la testa del Presidente o i suoi pantaloni…
Sì, più che semplicemente epica è una parodia-epica. Ma qui intravediamo Tolkien, cento anni fa, che si preparava per il lavoro che avrebbe reso la Terra di Mezzo un nome familiare a tutto il mondo. Potrà leggere altro sugli anni di università di Tolkien e sulle origini della Terra di Mezzo sul prossimo libretto pubblicato dall’Exeter College.
* Gli estratti dal verbale del Stapledon Society sono riprodotti con l’autorizzazione dell’Exeter College. (Articolo di John Garth – traduzione di Erin)
– Vai al sito di John Garth
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