Chi di voi non ha mai raccontato una storia ai propri figli? Chi non se l’è mai sentita riferire dai genitori? Chi non si è mai immaginato, da bambino, di fare un viaggio inconsueto, incontrando personaggi tanto curiosi quanto divertenti? Ebbene alcune persone hanno l’arte di materializzare queste storie, di raccontarle, di scriverle, di regalarle. J.R.R. Tolkien era uno di questi individui speciali e ciò non si evince soltanto dai suoi capolavori, bensì anche dalle opere “minori”. È questo il caso di “Mr. Bliss”, favola scritta ed illustrata dall’autore negli anni ’30, ma pubblicata postuma. La storia racconta le vicende del signor Bliss, personaggio parzialmente autobiografico, che, dopo aver comprato un’auto gialla con le ruote rosse, compie un breve viaggio per recarsi da alcuni conoscenti. Il percorso sarà accidentato per il protagonista, che vivrà diversi incontri-scontri con orsi, persone curiose e persino arrabbiate. Nel 2004 la favola incontra la curiosità e il genio del regista russo Gennadij Tiščenko, che crea un’animazione dalle illustrazioni del Professore.
Genesi dell’opera
“Mr. Bliss” nasce non solo dal grande talento favolistico del Professore, ma soprattutto dall’abitudine di Tolkien di creare storie inedite da raccontare ai suoi amati figli. Proprio ad alcuni giocattoli di John, Michael, Christopher e Priscilla si ispira l’opera in questione, tant’è vero che la macchinina del terzogenito si racconta sia stata alla base dell’idea iniziale della fiaba. Ma questo aspetto non fu il solo a scatenare la fantasia del Professore. Nel 1932 la famiglia Tolkien comprò un’automobile che prese il nome di Joe Old, ricavato dalle prime lettere della targa (JO 9184) e da quel momento iniziarono le avventure che verranno poi trascritte in “Mr. Bliss”. In quel tempo non esisteva alcun esame di guida, quindi il Professore si gettò al volante non appena apprese le manovre fondamentali. In breve tempo Tolkien si dimostrò abile nel guidare così come il signor Bliss, protagonista della sua opera. A dimostrazione di questa affermazione si ricorda un viaggio della famiglia presso Evesham, cittadina della contea di Worcestershire, dove risiedevano alcuni parenti fra cui Hilary, fratello dell’autore. La distanza da percorrere non era molta, ma dopo non molto dall’inizio del tragitto, Tolkien demolì un muretto di pietra uscendo di strada e bucò addirittura una ruota. Il risultato del breve viaggio fu che la moglie del Professore, per alcuni mesi, si rifiutò di salire in macchina, evidenziando la scarsa attitudine alla guida del marito. Si racconta che quando lo scrittore doveva attraversare un incrocio trafficato ad Oxford correva all’impazzata non facendo caso agli altri veicoli.
Nonostante ciò i Tolkien uscivano in auto per recarsi a bere il tè in una locanda rurale, molto simile a quella descritta ed illustrata in “Mr. Bliss”, od anche per stare all’aperto, non a caso i paesaggi delle illustrazioni della favola assomigliano in modo impressionante
all’Inghilterra di quei tempi. Nel racconto delle (dis)avventure del signor Bliss sono presenti anche altri elementi fondamentali, basti pensare alle figure dei tre orsi di peluche: Archie, Teddy e Bruno, anch’essi ispirati dai giocattoli dei figli del Professore. Dubbiosa è invece la provenienza del personaggio di Giraniglio (originale Girabbit) che potrebbe venire da un qualche gioco dei bambini, oppure direttamente dalla fantasia dello scrittore. Sicuramente il nome è un neologismo creato ad opera da Tolkien, un composto formato dalle parole inglesi giraffe + rabbit -> Gi(r)abbit (parola che poi si riflette nelle fattezze dell’animale, per metà giraffa e per metà coniglio), ma la cosa straordinaria è come esso può essere rapportato alla famosa figura dello Hobbit. Non ci si lasci ingannare dal solo accostamento sonoro dei due sostantivi, si pensi anche che ambedue vivono in delle tane (o buchi nel terreno se si preferisce) e amano mangiare, oltre ad una certa riluttanza ad abbandonare la loro amata casa. J.R.R. Tolkien propose “Mr. Bliss” agli editori nel 1936, ma il prezzo delle illustrazioni colorate ne bloccò la pubblicazione. Gli stupefacenti colori dell’opera ne ritardarono per più di 40 anni l’uscita. Il volumetto vide la luce soltanto nove anni dopo la morte del Professore, nel 1982.
L’animazione
Nel 2004 il regista russo Gennadij Tiščenko crea un cortometraggio d’animazione partendo dalle illustrazioni uscite dalla penna di J.R.R. Tolkien. L’adattamento, lungo c.ca 33 minuti, gode di una pregevole fattura (budget di c.ca 15’000 dollari), di un’autorevole traduzione (Igor’ Chazanov) e di un buon doppiaggio (Dmitrij Matveev). Alle spalle di Tiščenko è la Tolkien Texts Translation, associazione nata nel 1998 allo scopo di divulgare le opere del Professore in una corretta traduzione in lingua russa (non solo in cartaceo, anche audiolibri e appunto film).
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– Sito della Tolkien Texts Translation
– Sito di Gennadij Tiščenko
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