Dopo la prima parte sul Power Metal, torniamo ora in Spagna con un gruppo abbastanza conosciuto, i Dark Moor. Ensemble originario di Madrid (creato nel 1993) sono una delle realtà più importanti del Power Metal iberico con all’attivo otto album da studio ed anche un paio di raccolte. In un’intervista al sito specializzato Metal Kings hanno dichiarato di apprezzare Tolkien, ma di prediligere Lovecraft, Poe, Stevenson e Bram Stoker per stendere i testi delle loro canzoni. Ciononostante nella tracklist dell’album The Gates of Oblivion (2002) vi è Starsmaker (Elbereth), pezzo che parla di Varda Elentári, Regina dei Valar e moglie di Manwë (fratello di Melkor), creatrice delle stelle (in Sindarin è chiamata Elbereth – Signora delle stelle). Riguardo al monicker della band si potrebbe ricordare la composizione di Tolkien Over The Misty Mountains Cold:
In glades beneath the misty fell.
Through moor and waste we ride in haste,
And whither then we cannot tell.
Ma questa è soltanto una coincidenza o supposizione, scegliete voi. Proseguendo nel nostro cammino arriviamo sino a casa nostra, ebbene sì, l’Italia, con un gruppo poco Power ma molto Epic/Doom, i Doomsword. Composta inizialmente da due elementi nel 1997, il cantante-chitarrista Deathmaster e il batterista-chitarrista Guardian Angel, la band si è poi evoluta dopo diversi cambi di line-up, sfornando dei veri e propri capolavori del Metal nostrano come: Doomsword (1999), Resound the Horn (2002), Let the Battle Commence (2003). Qui ci occupiamo della prima uscita dei Doomsword nella quale tracklist spicca l’epica Helms Deep creata e eseguita in modo magistrale, che ci riporta veramente nella leggendaria Battaglia del Fosso di Helm:
aiming the tower with their evil missiles
Isengard banners and signs now shine
night is growing old on Helm’s deep
Guthwine the blade of the mighty Eomer
Anduril the blade once broken now strong
King Theoden awaits for a last ride on his horse
Imminent dawn carries hope on Helm’s deep
Will the horn resound?
Hear tremendous drums pound!
[Chorus]
The battle at Helm’s deep
Uruk-hai orks don’t know their fate
Gandalf now returns on his gray horse
White rider brings with him the hope
The battle is raging in Helm’s deep
Erkenbrand is coming with his red shield
Isengard’s army now trembles in fear
From hills resound the horns of doom
A wood never seen
On the thresholds of Helm’s deep
Resound the horn!
Allontanandoci dalla taverna dei nostri Doomsword ci spostiamo in un vicino posto di ristoro, dove incontriamo i francesi Dornfall, ensemble parigino del 2002 che nel primo album omonimo esplorano, adoperando pure diversi stili Metal, un’ampia gamma di argomenti cantando nella propria lingua madre. Ciò che a noi interessa è la canzone Nirnaeth Arnoediad, ispirata alla Battaglia delle Innumerevoli Lacrime, quinta, ultima e forse più disastrosa delle Battaglie del Beleriand narrata ne Il Silmarillion. Qualche anno addietro, nel 1999, in Svezia si forma un gruppo Symphonic Power, i Dragonland, famoso anche per aver narrato nei primi album la loro fantasy saga Dragonland Chronicles. Nella prima uscita The Battle of the Ivory Plains (2001) un’aria tolkieniana si avverte in The Orcish March, nel secondo CD Holy War (2002) l’influenza del Professore si sente in Majesty of the Mithril Mountains e Through Elven Woods and Dwarven Mines. Nell’ultima fatica dei Dragonland, Under the Gray Banner (2011), permangono gli elementi fantasy ed epici in pezzi fra i quali Shadow Of The Mithril Mountains e Dûrnir’s Forge. Richiamiamo ora una band nostrana, ovvero i Drakkar del chitarrista Dario Beretta con l’ottima uscita Razorblade God (2002) che vede al suo interno la ballad Galadriel’s Song, in tributo alla regina degli elfi nota anche come La Dama.
Singin’ of the golden leaves, singin’ of the wind
By the foot of walls of Elven Tirion,
The tree shines at Eldamar, where the leaves are gold
Now we have to leave, sorrow in our hearts
But a mission lies right ahead of us
Hear the choirs of elves
Cry on the shore o’ the hostile sea
Will they ever be free?
Oh Lorien! Comes the winter now
Empty, naked comes the hour
Faded is her crown of gold Elanor
Oh Lorien! On the other shore
She did stay for much too long
Faded is her crown of gold Elanor
Seguitiamo nel nostro allegro e alquanto tranquillo percorso (come avete visto sino ad ora non abbiamo incontrato molte creature malefiche, più che altro battaglie e personaggi di natura cortese) facendo tappa ancora una volta in penisola iberica con i Dünedain. Gruppo fondato nel 1996 e capitanato da Tony Delgado (voce e chitarra) dedito ad un tradizionale Heavy Metal con una sprizzata di melodia tipica del Power. I testi della band traggono talvolta spunto dalle opere tolkieniane, basti citare nell’album Dünedain (2004) due pezzi il primo omonimo, il secondo Retorno a Gondor. Il monicker deriva ovviamente dalla popolazione dei Dúnedain (dal Sindarin dún-adan, uomo d’occidente), abitanti della terra di Númenor, avuta in cambio dopo la lealtà dimostrata nella lotta contro Morgoth durante la Prima Era. Umani o meglio dire sovrumani (per altezza e longevità) non erano tuttavia immortali, mortalità che era concepita da Eru Ilúvatar come il Dono agli Uomini, ma che diventò
causa di conflitto. Circuiti da Sauron, i Dúnedain sfidarono gli Dei e provocarono l’ira di Eru, causando l’inabissamento di Númenor. L’enorme maremoto travolse anche l’Oscuro Signore, il cui spirito riuscì a rifugiarsi a Mordor. Elendil, amico degli Elfi e fedele ai Valar, si spostò nella Terra di Mezzo dove i Dúnedain scampati al disastro si insediarono a Gondor, Eriador e Arnor. Il tragitto ci riporta nel nostro paese con un gruppo ben noto agli amanti del genere, gli Elvenking. Gruppo fondato nel 1997 in provincia di Pordenone è attivo da diversi anni nella scena Power italiana, mescolando tuttavia diversi generi e sottogeneri come folk, prog, rock e musica classica. Nell’album di esordio Heathenreel (2001) troviamo diverse tracce che rievocano gli scritti di J.R.R. Tolkien come Oakenshield (che nonostante il nome non sembra aver nulla a che fare con Thorin) che riflette il mix musicale degli Elvenking, con melodie medievaleggianti, spezzoni puramente metal, cantati con voci in growl e cori, da segnalare anche Hobs An’ Feathers. Il gruppo fa uscire finora ben sette album, con una serie di pezzi mai scontati. Per ciò che riguarda il monicker esso potrebbe riguardare Thranduil, Re degli Elfi Silvani di Bosco Atro e padre di Legolas, presente nello Hobbit, nel Signore degli Anelli e nei Racconti Incompiuti. Come al solito vi lasciamo con alcuni pezzi e i link agli articoli precedenti. Ma non disperate: il viaggio continua!
1) Doomsword: Helm’s Deep
2) Dragonland: Dûrnir’s Forge
3) Dragonland: Shadow of the Mithril Mountain
4) Drakkar: Galadriel’s Song
5) Elvenking: Hobs an’ Feathers
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Tolkien e il Metal 1: un’introduzione
– Tolkien e il Metal 2: gli anni ’70 – i precursori
– Tolkien e il Metal 3: Gli anni ’80 e ’90
– Tolkien e il Metal 4: Power Metal – Parte 1
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