Se ne era parlato qualche anno fa, ma poi il libro non uscì. Ora riappare in una rivista. Il numero dell’ottobre 2014 del Journal of Inklings Studies (il Vol.4, n.2), una rivista confessionale dedicata al gruppo letterario di cui J.R.R. Tolkien fece parte, avrà infatti un numero speciale dedicato al rapporto dei diversi membri degli Inklings con la Bibbia. Tra gli argomenti trattati, ci saranno articoli sul paradosso di C.S. Lewis («Signore, bugiardo o pazzo»), l’uso di Lewis della Bibbia nei suoi colloqui alla RAF, Lewis e San Girolamo, e la filosofia della creazione secondo Tolkien. Il numero comprenderà la recensione originale di Charles Williams della Bibbia in inglese comune, ma soprattutto ci sarà un inedito lungamente annunciato: la traduzione che Tolkien fece del «Libro di Giona» per l’edizione inglese della Bibbia di Gerusalemme.
La pubblicazione
La traduzione di Tolkien del Libro di Giona come appare nella Bibbia di Gerusalemme è in realtà un lavoro collettivo: il testo fu redatto da Tolkien, ma fu poi curato da un editor impiegato per standardizzare lo stile, la grammatica e il vocabolario dei vari traduttori che contribuirono alla Bibbia di Gerusalemme. Grazie al consenso della Tolkien Estate, la rivista potrà così rendere disponibile la versione inedita della traduzione fatta da Tolkien e contenuta in un manoscritto alla Bodleian Library. Accompagnerà il testo un saggio di Brendan Wolfe per illustrare la storia e le caratteristiche della traduzione. Un libro su questa traduzione di Tolkien era già stato annunciato nel 2009. La casa editrice era la dalla Darton, Longman & Todd, editrice anche della Bibbia di Gerusalemme e il curatore del volume era proprio Brendan Wolfe, mentre la prefazione sarebbe stata firmata da Sir Anthony Kenny. Il libro fu rimandato più volte e infine cancellato dalla pubblicazione, apparentemente a causa di una controversia legale. «Brendan Wolfe racconta la storia poco conosciuta di come Tolkien, allora all’apice della sua fama come l’autore del Signore degli Anelli – recitava la sinossi diffusa allora -, accettò di unirsi al gruppo di scrittori e studiosi cattolici che lavoravano sulla nuova traduzione della Bibbia in inglese nel 1960» . Il risultato fu la Bibbia di Gerusalemme, ancora oggi celebrata per il suo inglese elegante e senza tempo. Wolfe mostra le risonanze tra la storia di Giona e la balena, il contributo di Tolkien alla Bibbia di Gerusalemme e i temi trattati in altri suoi scritti». La Bibbia fu poi pubblicata nel 1966, subito dopo la conclusione del Concilio Vaticano II.
Un libro brevissimo
Fin qui la notizia. Ora le considerazioni. Il Libro di Giona è brevissimo: composto da soli 4 capitoli, descrive la predicazione del profeta Giona a Ninive con l’invito alla conversione per tutti i popoli, non solo gli Ebrei. Per la sua brevità il libro è stato inserito tra i cosiddetti profeti minori. In tutto sono tre pagine di testo. Come sempre, è sufficiente leggere le Lettere dello scrittore per saperne di più. Il 24 aprile 1957, Tolkien scrisse una lettera al nipote, George Michael Tolkien (la lettera è però riportata da Hammond e Scull), in cui si parla della traduzione: «Quando andrò in pensione, spero di essere inclusi in una nuova squadra che sta traducendo la Bibbia. Ho superato la prova: con una versione del Libro di Giona». Quindi, lo scrittore, aveva inviato la traduzione come test per essere ammesso nel gruppo. Un’altra lettera del 8 febbraio 1967 (n. 294) permette di scoprire ulteriori dettagli sulla vicenda. «Nominarmi tra i “principali collaboratori” è una cortesia che non merito da parte dell’editore della Bibbia di Gerusalemme. Sono stato consultato per lo stile di uno o due passaggi e per criticare alcuni apporti di altri collaboratori. Originariamente mi era stata affidata una notevole parte di testo da tradurre, ma dopo aver svolto del lavoro preliminare sono stato obbligato a rifiutare a causa di altri impegni, e mi sono limitato a portare a termine Giona, uno dei libri più brevi». Infine, nella sua autobiografia A Path from Rome: An Autobiography (1985) Anthony Kenny, l’autore della prefazione al libro mai uscito, narra di un episodio relativo a Tolkien in quegli anni. Nipote di Alexander Jones, direttore generale della Bibbia di Gerusalemme, Kenny aveva una prospettiva di prima mano ai lavori sulla traduzione: ha descritto un incontro con lo scrittore dedicato alla sua traduzione e lo definisce «un collaboratore difficile». L’entità del contributo di Tolkien alla traduzione della Bibbia fu quindi limitata. Non c’è alcuna evidenza che Tolkien si sia occupato anche del «Lettera di Giuda» o al «Libro di Giobbe», come riportato da altri siti web. Fare un libro con solo tre pagine di traduzione di pugno di Tolkien, dunque, deve essere sembrato troppo anche alla Tolkien Estate e a Christopher Tolkien. Ci riserviamo di discutere delle «risonanze» tra Giona, la balena e le opere di Tolkien, dopo aver letto la rivista.
– Vai al sito del Journal of Inklings Studies
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Bell’iniziativa. Però quello di Giona non era una balena, ma un pesce. E non esiste alcun “Libro di Giuda”, ma una “Lettera di Giuda”. Giusto per mettere i puntini sulle i. E sulle u come i tedeschi. 🙂