È passato un anno dalla proiezione de Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug, ma in internet non si è ancora esaurita la discussione su come Peter Jackson abbia deciso di rappresentare il drago Smaug, cioè in forma di viverna (creatura a due zampe) anziché con quattro zampe. Ma in pochi sanno che anche Peter Jackson a cambiato idea più volte in merito…
Smaug nei film di Peter Jackson
Andiamo con ordine: due anni fa vedendo il prologo de Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato notai che il drago Smaug, era inequivocabilmente a quattro zampe: questo si notava nei pochi fotogrammi che lo riguardavano soprattutto mentre lo si vedeva entrare a Erebor. In alcuni frames si può intravedere che il drago sfonda la porta e cammina con una zampa tozza e… con cinque dita. Poi arrivarono le tnate voci sullo Smaug di Jackson che avrebbe avuto solo le due zampe posteriori, iniziarono le discussioni e, difatti, poco dopo fece la sua apparizione il primo Smaug viverna cinematografico… Mi ero sbagliato? No, Peter Jackson aveva cambiato idea. Nella versione cinematografica si può chiaramente intravedere il moto di un normale passeggiata quadrupede, ma successivamente, nella versione Special Extended Edition, sono stati effettivamente modificate le zampe anteriori in artigli con ali!… Il che significa che lo Smaug che abbiamo visto nei cinema di “Un Viaggio Inaspettato” non è anatomicamente lo stesso Smaug abbiamo visto in “Desolazione di Smaug” un anno dopo!
Cambiamenti in corsa
La stessa cosa che è successa con il Gollum che ha fatto la sua prima comparsa a Moria ne “La compagnia dell’anello” con quello che poi tutti conosciamo ispirato alla fisionomia di Andy Serkis. Queste correzioni fanno parte del normale processo creativo di un grande progetto cinematografico, anche se in effetti non si capisce perché siano stati modificati solo i frames della camminata a Erebor e non quelli immediatamente precedenti dello sfondamento della porta, dove si può ancora chiaramente vedere la vecchia paffuta zampa da quadrupede con pollice opponibile (a meno che non la sfonda con e zampe posteriori…). Stessa cosa riguardo all’unica breve scena dove si vede Smaug in volo sopra Dale: nel prologo del primo film si può notare che l’ala ispirata a quella del pipistrello, ovvero sorretta da quattro lunghe dita, più un pollice opponibile, anche se nella versione “draghesca”, è stato aggiunto un lungo sperone sul gomito che aiuta l’estensione dell’ala. Esattamente come nei concept che sono poi stati pubblicati sul libro “Lo Hobbit- La desolazione di Smaug- cronache dal set III”.
Conclusione
Anche qui però si nota la differenza con lo Smaug del film successivo, perché a Erebor, mentre parla a Bilbo Baggins insegue i nani, il drago cammina e si arrampica con le tre dita che sbucano sopra all’ala (pollice, indice e medio) mentre altre tre dita sorreggono l’ala… Sì, avete capito bene, Smaug ha sei dita. Sarebbe possibile in natura? Beh, il numero cinque è stato bloccato nel pool genetico. L’antico gene di polidattilia è ancora sonnecchiano in tutti i tetrapodi. Ci sono molto rare eccezioni, come alcune razze di cani e soprattutto talpe che hanno sei dita, ma in tutti gli altri vertebrati sono un errore genetico. Questo significa che, geneticamente parlando, Smaug è un mutante!
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Pittoresco sentir sindacare sulle possibili sei dita di una creatura fantasy (che non ha NULLA di geneticamente realistico), mentre ci si lamenta del fatto che non nabbia sei arti, anziché 4. 😀