«Ecco dal tumulo levarsi due snelli virgulti; e in quel momento il silenzio stava sul mondo intero, e altro suono non si udiva salvo il cantico di Yavanna. Alle sue note, gli alberelli crebbero e divennero belli e alti e si coprirono di fiori; e così nacquero al mondo i Due Alberi di Valinor. Di tutte le cose fatte da Yavanna, sono essi le più rinomate, e tutte le narrazioni dei Giorni Antichi si imperniano sul loro destino».
Nel Silmarillion il computo del tempo iniziò così, con la creazione dei Due Alberi: Telperion, dalle foglie verde scuro e argento, e Laurelin, dalle foglie verde chiaro e dai fiori dorati. Entrambi emanavano luce propria, e l’alternarsi dei loro periodi di splendore, rispettivamente argentato e dorato, scandì le giornate di Valinor, fino all’Ottenebramento a opera di Melkor. Yavanna raccoglieva in pozze la rugiada luminosa che cadeva dalle loro foglie, e anch’esse erano fonte di luce, la stessa che Fëanor instillò nei suoi Silmarilli; la Valie inoltre creò la luna e il sole dall’ultimo fiore e dall’ultimo frutto degli Alberi, e Varda creò dalla luce di Telperion nuove stelle per la venuta degli Elfi.
A Oxford una panchina in memoria
Si tratta dunque di due elementi fondamentali nella mitologia tolkieniana, oltre che molto suggestivi: quale migliore omaggio si potrebbe fare al Professore, piantando due alberi che li ricordino e portino gli stessi nomi? A Oxford accadde proprio questo nel 1992, in occasione della Tolkien Centenary Conference, che celebrò i cent’anni dalla nascita dello scrittore, e si tenne al Keble College dal 16 al 24 agosto, organizzata dalla Tolkien Society e dalla Mythopoeic Society. Per ricordare Tolkien, venne anche affissa una targa commemorativa nell’Oxford University Parks, su una panchina sulla riva del fiume Cherwell: sul loro blog, Wayne Hammond e Christina Scull descrivono il luogo come molto pacifico, visitato solo da papere e corridori occasionali. Poco lontano, nella stessa occasione vennero appunto piantati Telperion e Laurelin. A oltre vent’anni, ora il memoriale è stato restaurato, dopo i molti danni causati dalla continua esposizione alle intemperie. Il sito della Tolkien Society ha dato la notizia che la panchina è stata riverniciata e la targa è stata sostituita con una nuova; quella vecchia è ora custodita negli archivi della società, visitabili al Surrey History Centre prendendo appuntamento con l’archivista Pat Reynolds. La scritta sulla nuova targa è identica alla prima, e riporta la dicitura: «In memory of J.R.R Tolkien, 1892-1973. This bench and the two trees nearby representing Telperion and Laurelin were donated by the Tolkien Centenary Conference 1992».
Due alberi divenuti realtà
Se identificare la panchina risulta immediato, a detta dei visitatori un po’ meno lo è per quanto riguarda Telperion e Laurelin citati nella targa. I due alberi sono rispettivamente un acero, dalle foglie verde scuro sopra e leggermente argentate sotto, e un’acacia (anche conosciuta come robinia), dalle foglie verde brillante. Entrambi gli alberi sono oggi visibili e rintracciabili (in questo articolo sul sito della Tolkien Society è possibile trovare la mappa precisa); in un certo periodo sono stati addirittura tre. Laurelin infatti fu accidentalmente danneggiato da una falciatrice, ed è rimasto perciò molto più piccolo di Telperion. Per rimediare al danno, fu piantato un secondo Laurelin, che però si ammalò e fu rimosso dopo la morte nel 2014. Simile destino nello stesso anno era toccato al Pinus Nigra preferito di Tolkien, nel Giardino Botanico dell’università: per via di una malattia aveva perduto uno dei rami più grandi, pregiudicando la stabilità dell’intero tronco: è stato così necessario abbatterlo (ne avevamo parlato qui).
Gli Oxford University Parks sono costituiti da circa 30 ettari di parco sulla riva occidentale del fiume Cherwell, cui si aggiungono sull’altra riva altri 1,5 ettari di uno sperone di terra che corre verso sud. I Parchi comprendono aree sportive e una grande collezione di piante e alberi in uno splendido scenario paesaggistico. Sembra che Tolkien si sia ispirato ad alcuni alberi presenti nel parco. Gli Ucorni, inevitabilmente scambiati per alberi, nel Signore degli Anelli (Le Due Torri III,8) sono descritti in dettaglio: «Le estremità dei lunghi rami ondeggianti pendevano come dita intente a perquisire, le radici uscivano dal terreno come membra di strani mostri e buie caverne si aprivano sotto di essi». La descrizione si addice alle specie arboree con ramificazione pendula, come l’ibrido di salice piangente che vive in Gran Bretagna (Salix chrysocoma) o il faggio pendulo (Fagus sylvatica ‘Pendula’), di cui un esempio impressionante si trova proprio nell’Oxford University Parks. Per aiutare a trovare i due alberi, la Tolkien Society ha inserito nel proprio sito tutte le indicazioni per raggiungere il luogo in cui si trovano: «Dopo aver raggiunto l’incrocio del ponte High Bridge, si deve prendere il sentiero che costeggia il fiume Cherwell, dirigendosi verso sud-est. La panchina in memoria di Tolkien è la seconda panchina si incontra lungo il bordo del fiume. I due alberi, Laurelin e Tedlperion si trovano non sono lontano dietro la panchina, ma possono essere difficili da individuare tra gli altri alberi che sono cresciuti lì interno in questi ultimi anni. Hanno un medio fusto e sono divisi da alberi molto più giovani».
LINK ESTERNI
– Vai all’articolo articolo sui memoriali tolkieniani, sul sito della Tolkien Society
– Vai al blog di Wayne Hammond e Christina Scull
– Vai al sito dell’Oxford University Parks
– Vai alla pagina della targa originale nell’archivio digitale della Tolkien Society
– Vai all’indice del volume che raccoglie i lavori della Tolkien Centenary Conference, sul sito della Mythopoeic Society
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Ho fatto una gran fatica a trovare alberi e panchina, e non ricordo se alla fine sono riuscita nell’impresa. Di sicuro gli alberi non li ho trovati…
Nemmeno il Pinus nigra perché, se non ricordo male, il giorno in cui andai era chiuso l’orto botanico.
Comunque è molto suggestivo girare per Oxford, sembra un altro mondo e mi ha fatto sentire piccola piccola, come se intorno avessi avuto solo delle menti illustri.