Il Natale è tempo di celebrazioni e tante sono le tradizioni legate ai festeggiamenti invernali che sono retaggio di antichi culti, che col tempo sono andate ad affiancarsi o intrecciarsi alla professione di una fede differente. Tra queste usanze c’è un evento assai particolare che si svolge proprio ad Oxford, la città dove studiò e successivamente insegnò Tolkien: si tratta del Boar’s Head Gaudy (Celebrazione della testa di cinghiale), che si tiene ogni anno al Queen’s College, poco distante dal Pembroke College dove insegnò Tolkien.
La tradizione
L’anno scorso abbiamo approfondito la festività germanica di Yule, partendo dal riferimento a questa ricorrenza contenuti della versione in lingua originale del Signore degli Anelli e in alcuni volumi della History of Middle-earth (puoi leggere qui Yule, la festività invernale degli Hobbit). Yule appare anche, seppure brevemente, nelle Lettere da Babbo Natale scritte dal professore per i figli, dove si accenna alla figura di Nonno Yule, padre di Babbo Natale.
Molte tracce di questa festività sopravvivono ancor oggi e sono divenute parte delle usanze legate al periodo natalizio: una di queste è proprio la Boar’s Head Gaudy.
La tradizione vuole che questa celebrazione abbia origine da un curioso avvenimento: secoli addietro uno studente del Queen’s College che stava camminando assorto in un bosco sarebbe stato attaccato da un cinghiale e si sarebbe liberato dell’animale tirando tra le sue fauci il volume di Aristotele che stava leggendo, esclamando “Graecum est!” (“è greco!”). La bestia sarebbe così morta soffocata e la Boar’s Head Gaudy si terrebbe pertanto in memoria di questa fuga prodigiosa dalla sventura.
Già Karl Blind, studioso che assisté alla celebrazione alla fine del diciannovesimo secolo, fece notare quanto risultasse strano che un cinghiale che aveva attaccato uno studente fosse onorato durante una festività annuale, incoronato e lodato nei canti parte del cerimoniale, supponendo per la celebrazione ben altra origine.
Ma prima di ricercare le origini della Boar’s Head Gaudy soffermiamoci sulla descrizione che Karl Blind ne diede.
Il giorno di Natale una grande testa di cinghiale veniva portata solennemente nella Hall del Queen’s College da tre portatori, posata su un vassoio di argento, decorata con un corona, alloro, rosmarino, vischio e trafitta da varie bandierine. La sua entrata era annunciata da trombe ed i portatori erano accompagnati da un araldo che cantava la carola natalizia Boar’s Head (testa di cinghiale).
Una processione formale del rettore e dei professori precedeva l’entrata della testa del cinghiale. Anche le persone della città erano per breve tempo ammesse nella Hall, prima che cominciasse il pasto (fatto che porta Blind a ritenere che la cerimonia fosse un tempo di natura pubblica).
Gli ornamenti del piatto venivano poi distribuiti dal rettore ai partecipanti.
Attualmente, la Boar’s Head Gaudy non si tiene più il 25 dicembre, ma qualche giorno prima e qui potete vedere un filmato amatoriale realizzato nel 2014.
Freyr, signore della fertilità
La cerimonia del Queen’s College di Oxford viene considerata da Blind come una celebrazione con un passato molto più antico di quanto non voglia la tradizione legata al fortunato studente: si tratterebbe infatti di una forma sopravvissuta del banchetto sacrificale in cui il cinghiale, animale sacro al dio Freyr rivestiva una parte di grande importanza durante il solstizio invernale.
Freyr era il dio della fertilità, che garantiva governando la pioggia e il sole.
Nella Gísla Saga il lato meridionale della collina in cui viene sepolto Þorgrímr, fedele al dio Freyr, la neve non si accumula né ghiaccia, protetta dal potere del dio solare.
Nel canto eddico Skírnirmál il dio Freyr si innamora della gigantessa Gerðr, il cui nome indica proprio la Terra, e il loro matrimonio è la feconda unione di cielo e terra.
Al dio apparteneva il cinghiale Slíðrugtanni (“dalle zanne terribili”), più frequentemente chiamato Gullinbursti, ovvero “dalle setole dorate” e in queste ultime Blind vede simbolizzati i raggi dell’astro diurno. Si consideri anche che questo cinghiale straordinario, opera dei nani, era in grado di correre più veloce dei cavalli attraverso il cielo e sull’acqua, dove questa viene interpretata come il mare, in cui il sole scompariva ogni sera.
Secondo la Saga Heiðreks Konungs ins Vitra (la saga di re Heiðrek il Saggio), tradotta in inglese da Christopher Tolkien, il re Heiðrek era solito sacrificare al dio Freyr un cinghiale dalle dimensioni eccezionali, chiamato sonargǫltr (“cinghiale dell’espiazione”), durante il periodo di Yule ed esso era tenuto in considerazione tale che gli uomini pronunciavano giuramenti posando le proprie mani sulle sue setole.
ARTICOLI PRECEDENTI
Yule, la festività invernale degli Hobbit
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Mi fa venire in mente la “coda di drago” del Piccolo Regno
🙂