Leggere Tolkien: le altre opere sulla TdM

Tutti gli appassionati di J.R.R. Tolkien sanno benissimo quanto sia affascinante leggere i libri dello scrittore inglese, perché significa immergersi in un mondo molto vasto, coerente e pieno di tantissimi dettagli e scelte molto ponderate. Naturalmente, questa è una consapevolezza che si acquisisce col tempo perché la prima e più importante scoperta di ogni lettore è la bellezza delle storie della Terra di Mezzo, un mondo immaginario molto simile al nostro. E proprio qui ci si accorge di quanto importante sia leggere i libri di Tolkien iniziando dal migliore e seguendo l’ordine giusto. In un primo articolo, infatti, abbiamo iniziato l’argomento affrontando il tema dei primi passi: Come iniziare a leggere Tolkien? La scoperta è la libertà assoluta del lettore in questa scelta, ma ci sono tante belle curiosità nell’articolo… Poi, abbiamo affrontato il tema: Leggere Tolkien: c’è un ordine giusto? Anche in questo caso, molte sono le scoperte che nascono da una domanda in apparenza così semplice! Con questo articolo si vuole proseguire sulla stessa strada, andando ad approfondire le opere che non sono tra le più note.

L’elenco delle altre opere di Tolkien sulla Terra di Mezzo

Le copertine della HoMeSe forse tutti gli appassionati del Professore conoscono Lo Hobbit, il Signore degli Anelli e il Silmarillion, bisogna sapere che in realtà vi sono altre opere che riguardano la Terra di Mezzo, e che formano il cosiddetto Legendarium.
Esse sono:

    • Le Avventure di Tom Bombadil (1978) (titolo originale: The Adventures of Tom Bombadil, 1962) ) è una raccolta di sedici poemi della tradizione Hobbit, di cui solo i primi due riguardano Tom Bombadil, che comprendono bestiari e fiabe.
    • I Racconti Incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo (1981) (titolo originale: Unfinished Tales of Nùmenor and Middle-earth (1980) – anche noto semplicemente come Unfinished Tales) anche noti semplicemente come Racconti Incompiuti:  sono un insieme di storie scritte ma mai completate da J.R.R. Tolkien, pubblicate con la curatela del figlio Christopher Tolkien.  I racconti riguardano episodi di tutte e tre le Ere, pertanto è bene leggerli solo dopo aver letto Lo Hobbit, il Signore degli Anelli e il Silmarillion. Non fa parte della Storia della Terra di Mezzo malgrado sia il primo libro pubblicato con un apparato di note abbastanza consistente.  Chi trovasse tale apparato di note poco interessante valuti bene se proseguire con la lettura della Storia della Terra di Mezzo, che è assai più frammentata e ha un apparato di note mediamente più ampio.
    • La Storia della Terra di Mezzo (titolo originale: The History of Middle-earth – talvolta abbreviata dagli appassionati in HoMe) si compone di 12 volumi – più un tredicesimo di indici – pubblicati postumi da Christopher Tolkien e contenenti abbozzi, storie abbandonate, storie interrotte, poemi non completati e riflessioni su svariati aspetti della Terra di Mezzo; talvolta contengono diverse versioni di uno stesso testo. Tutti e dodici contengono un corposo apparato di note esplicative che li rende più adatti ad uno studioso che a un lettore. È previsto che tutti i volumi vengano tradotti entro il 2026.
    Di seguito i titoli dei 12 volumi (più il volume degli indici) con un breve elenco degli elementi principali che li compongono:
    1. Il libro dei Racconti Perduti – Prima parte (2022) (titolo originale The Book of Lost Tales, Part One (1983); tradotto una prima volta come Racconti Ritrovati (1986) ) e
    2. Il libro dei Racconti Perduti – Seconda parte (2022) (titolo originale The Book of Lost Tales, Part Two (1984); tradotto una prima volta come Racconti Perduti (1987) ): Insieme contengono la primissima stesura (datata negli anni a cavallo del 1920) dei racconti che poi verranno pubblicati, postumi, nel Silmarillion. Di particolare interesse, a mio avviso, la prima versione della storia della caduta di Gondolin;
    3. I Lai del Beleriand (2022) (titolo originale The Lays of Beleriand (1985) ): diverse versioni in versi, mai completate, della storia dei figli di Húrin e della storia di Beren e Lúthien;
    4. La formazione della Terra di Mezzo (2023) (titolo originale The Shaping of Middle-earth (1986): contiene altre versioni delle storie pubblicate successivamente nel Silmarillion, la prima mappa del Beleriand, le prime versioni degli “Annali del Beleriand” e degli “Annali di Valinor”;
    5. La Strada Perduta e Altri Scritti (2023) (titolo originale The Lost Road and Other Writings (1987)): contiene la prima versione della storia della caduta di Numenor, “La Strada Perduta” (una storia che parla di reincarnazione) oltre a versioni successive degli annali del Beleriand e di Valinor
    6. Il ritorno dell’ombra (2024) (titolo originale: The Return of the Shadow (1988) (anche noto come: The History of The Lord of the Rings, vol.1)): contiene alcune bozze (comprese le varie versioni abbandonate dell’inizio della storia) di gran parte della Compagnia dell’Anello;
    7. The Treason of Isengard (1989) (anche noto come: The History of The Lord of the Rings, vol.2): contiene altre bozze dei capitoli che compongono grossomodo i primi tre libri del Signore degli Anelli;
    8. The War of the Ring (1990) (anche noto come: The History of The Lord of the Rings, vol.3): contiene le bozze dei capitoli dalla fine del terzo libro a tutto il quinto;
    9. Sauron Defeated (1992) (anche noto come: The History of The Lord of the Rings, vol.4): contiene le bozze del sesto ed ultimo libro del Signore degli Anelli” e di parte delle Appendici. Inoltre comprende le Notion Club Papers e un’altra versione della caduta di Númenor;
    10. Morgoth’s Ring (1993) (anche noto come: The Later Silmarillion ,vol.1): contiene la più recente versione dell’Ainulindale e di alcune delle storie poi pubblicate nel Silmarillion, oltre all’interessante dibattito “Athrabeth Finrod ah Andreth”;
    11. The War of the Jewels (1994) (anche noto come: The Later Silmarillion, vol.2): contiene la più recente versione degli ultimi capitoli del Silmarillion oltre a molto altro materiale;
    12. The Peoples of Middle-earth (1996): contiene ulteriori bozze e commenti sul Prologo e sulle Appendici del Signore degli Anelli oltre a molti degli ultimi scritti di Tolkien riguardanti la Terra di Mezzo;
    13. The History of Middle-earth Index (2000): questo volume raccoglie gli indici dei precedenti 12 volumi;
  • L’Ultima canzone di Bilbo (2003?) (in originale: Bilbo’s Last Song, 1990): È una poesia scritta da Bilbo, in procinto di lasciare la Terra di Mezzo, e da lui recitata ai Porti Grigi;
  • I Figli di Húrin (2007) (titolo originale:The Children of Húrin, 2007): Sintetizza in un solo racconto le diverse versioni della storia dei figli di Húrin. È basato in gran parte sulla versione della storia pubblicata nei Racconti Incompiuti;
  • Beren e Lúthien (2017) (titolo originale: Beren and Lúthien, 2017): raccoglie le versioni della storia di Beren and Lúthien, comprese quelle in versi pubblicate ne  I Lai del Beleriand. L’apparato di note è ridotto, rispetto alla Storia della Terra di Mezzo;
  • La Caduta di Gondolin (2018) (titolo originale: The Fall of Gondolin, 2018): raccoglie diverse versioni della storia della caduta di Gondolin e del viaggio di Earendil, tutte già pubblicate. Ha un apparato di note ridotto, rispetto alla Storia della Terra di Mezzo:
  • The Nature of Middle Earth, (2021): raccoglie altri brani e frammenti, alcuni già editi (taluni anche in italiano). Ha un corposo apparato di note, e viene considerato un ufficioso quattordicesimo volume della Storia della Terra di Mezzo.
  • The Fall of Numenor, (2022): raccoglie e sistematizza in un ordine cronologico il materiale già pubblicato riguardante la Seconda era.

Riguardo al Legendarium di Tolkien c’è un altra opera estremamente interessante: l’epistolario. Pubblicato nel 1981 come The Letters of J.R.R. Tolkien (in italiano tradotto una prima volta come La realtà in trasparenza (1990) e, successivamente, come Lettere 1914/1973 (2018)) con la curatela di Humphrey Carpenter e con l’assistenza di Christopher Tolkien, non è stato inserito nell’elenco precedente sia perché non è un’opera di narrativa, sia perché certamente Tolkien non prevedeva che le sue lettere sarebbero state pubblicate. Ciò nonostante è un libro essenziale per conoscere il Tolkien uomo e, ancora di più, il Tolkien scrittore, capace di darci un punto di vista unico, e per certi versi privilegiato, sulla sua stessa opera.

Con questo articolo termina la nostra breve analisi riguardo l’approccio di lettura al Legendarium di Tolkien. Il primo articolo può avervi aiutato  a decidere quale opera leggere per prima; il secondo articolo vi ha forse orientato riguardo all’ordine da seguire per continuare a leggere le opere più note del professore oxoniense. Con questo articolo potete decidere come proseguire.
E poi? Poi, a parte le riletture (consigliatissime, e magari nell’originale inglese)  c´è la nostra bibliografia.

Aggiornamento del 8 dicembre 2021

A Lucca Comics and Games è stata data la notizia della traduzione in italiano di tutta la History of Middle-earth, come spiegato in questo articolo. Il presente articolo sarà aggiornato via via che nuove informazioni saranno disponibili.

ARTICOLI PRECEDENTI:

– Leggi l’articolo Come iniziare a leggere Tolkien? I primi passi
– Leggi l’articolo Leggere Tolkien: c’è un ordine giusto?
– Leggi l’articolo Il Signore degli Anelli, quale edizione leggere?
– Leggi l’articolo Quale edizione comprare dello Hobbit?

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3 Comments to “Leggere Tolkien: le altre opere sulla TdM”

  1. Iuca ha detto:

    Spero che un domani verrà pubblicata la “History” in italiano, anche se credo sia difficile. Comunque ottimo post

  2. Marco ha detto:

    Lo Hobbit Annotato è stato dimenticato oppure escluso di proposito? Merita di essere letto, secondo me, perché contiene alcuni testi unici, fra cui La Cerca di Erebor in una versione integrale che credo compaia solo in questo libro.

    Comunque, Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli, Il Silmarillion, Racconti Incompiuti, Le Lettere di J.R.R. Tolkien e, in generale, tutte le opere sulla Terra di Mezzo hanno sempre traduttori italiani diversi. E la maggior parte di esse vanta anche più di una revisione, con una crescita continua del numero di varianti immesse sul mercato nel corso degli anni. Se da un certo punto di vista potrebbe sembrare fisiologico e dunque non costituire un problema in sé, in realtà ciò ha portato il proliferare di scelte difformi in termini di nomenclature (personaggi, creature, luoghi, oggetti, ecc.).
    Mi metto nei panni di chi muove i primi passi e immagino il suo smarrimento. Già è complicato ricordarseli tutti, se poi questi cambiano pure da un libro all’altro a seconda dei curatori… Inoltre, penso che la maggior parte dei lettori sia occasionale e non arrivi mai a un livello di conoscenza ed elasticità mentale, magari coadiuvate dagli originali in lingua inglese, tali da poter sorvolare sulle differenze con disinvoltura. Il rischio contrario è quello di affezionarsi a una e una sola interpretazione, che diventa l’unica possibile, come si è visto in molte reazioni con Fatica l’anno scorso.

    Solo io avverto come un difetto delle traduzioni italiane la disomogeneità dei nomi nel corpus letterario tolkieniano, con perdita dei rimandi e dei riferimenti incrociati, oppure è un sentire diffuso? Le tabelle comparative sono davvero l’unica soluzione? Al momento sì, non abbiamo altra possibilità. Ma ci sono alternative? Affidare tutti gli scritti a uno stesso traduttore o a una medesima squadra di traduttori che collaborano fra loro? Oppure garantire una coerenza minima fra i libri, assoggettando le scelte dei vari traduttori a linee guida comuni, redatte da una terza parte indipendente?

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