Negli ultimi due anni, le polemiche precedenti e conseguenti la nuova traduzione del Signore degli Anelli hanno impegnato una parte degli appassionati in discussioni molto accese e articolate, alle quali l’AIST ha partecipato come parte in causa. Su questo sito e altrove sono state prodotte diverse letture, analisi, comparazioni, e ci sono thread molto interessanti, tutt’ora consultabili, con decine e decine di commenti.
Questa aspra stagione di dibattiti è stata anche l’occasione per chiedersi se si trattasse di una peculiarità italiana, e di come all’estero fosse stata affrontata la ritraduzione delle opere di Tolkien, in particolare di quella più celebre. Dunque, congiuntamente con i professori del dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università di Trento, si è pensato che fosse giusto fare tesoro di questa esperienza, allargare il raggio d’indagine, e proiettare tutto sul piano degli studi accademici.
Un convegno su Tolkien e la traduzione sarebbe stata un’occasione perfetta per un confronto di alto livello sulle questioni che hanno tanto appassionato i lettori in questi ultimi due anni. Una delle ragioni sociali dell’AIST infatti è proprio quella di rompere gli steccati tra cultura accademica e cultura pop, facendo riverberare l’una nell’altra, convinti come siamo che la narrativa e le narrazioni possano essere affrontate da vari punti di vista e che questi possano intersecarsi e arricchirsi vicendevolmente. Eccoci quindi ad annunciare il programma del convegno accademico all’università di Trento del prossimo 30 novembre e 1 dicembre. Si tratta del primo convegno accademico italiano sul tema in questione, con la partecipazione di due ospiti straniere, rispettivamente la traduttrice olandese e quella finlandese di Tolkien.
Il convegno all’università di Trento
È il settimo convegno universitario in cui l’AIST figura tra gli organizzatori in 10 anni, come si può leggere nel dettaglio in calce o leggendo l’articolo che ne parla. L’evento è a cura di LETRA, il Seminario di traduzione letteraria. A offrire il titolo al convegno è la celebre citazione di Samuel Beckett «Try again. Fail again. Fail better», perfetta per descrivere l’impresa di tradurre un testo da un contesto linguistico a un altro. Impresa destinata a essere sempre frustrata, sempre rimessa in discussione, e suscettibile di mille alternative. Ma proprio per questo estremamente affascinante, e soprattutto utile per tornare all’originale con occhi nuovi e riscoprirlo.
Se mai ce ne fosse bisogno, lo dimostra proprio il caso recente del Signore degli Anelli e delle critiche che la nuova traduzione ha ricevuto in Italia, le quali potrebbero essere ridotte a due, paradossalmente opposte: lessico troppo prosaico; lessico troppo arcaico e poetico. Ed è così che si svela una caratteristica dello stile del romanzo: una lingua che parte piana, al livello terragno degli Hobbit, e cresce con l’esplorazione di paesaggi e regni sempre più antichi e grandiosi, fino a diventare prosa poetica nelle scene più epiche, e infine ritornare (faticosamente) alla terra e alla lingua comune di partenza. È stata la nuova traduzione italiana a farci scoprire che il romanzo non è scritto tutto con lo stesso registro linguistico, lo stesso lessico e lo stesso stile, bensì ha un andamento che corrisponde a quello della storia narrata. Così abbiamo scoperto anche che la prosa allitterativa dell’autore può produrre frasi come «Éowyn fell forward upon her fallen foe», che nemmeno la nuova traduzione poteva riuscire a rendere del tutto («Éowyn cadde in avanti sul nemico caduto»), e tuttavia abbastanza perché qualche improvvisato e improvvido commentatore la bollasse come una ripetizione antiestetica.
Ad aprire le danze, il 30 novembre, saranno proprio i due attuali traduttori italiani di Tolkien, cioè Ottavio Fatica e Luca Manini, i quali parleranno sia dello stile dell’autore sia dell’impresa di tradurlo nella nostra lingua. I professori trentini affronteranno invece le traduzioni in altre lingue: rispettivamente Roberta Capelli, professoressa di filologia romanza, farà un confronto tra le traduzioni di Tolkien nelle lingue neolatine; mentre Fulvio Ferrari, germanista e traduttore dalle lingue scandinave, raffronterà le due traduzioni svedesi del Signore degli Anelli. Alessandro Fambrini, professore di letteratura tedesca dell’università di Pisa, parlerà invece delle vicissitudini di Tolkien in Germania; mentre la traduttrice storica del Lo Hobbit e del Signore degli Anelli in Finlandia (nonché attuale e una delle più importanti e pluripremiate traduttrici del suo Paese), Kersti Juva, parlerà dell’approdo di Tolkien nella “Terra dei mille laghi”. La traduttrice olandese Renée Vink racconterà la difficoltà di tradurre la poesia tolkieniana e in generale dei dilemmi del traduttore davanti alla necessità di rendere il linguaggio poetico.
Maria Elena Ruggerini, filologa germanica dell’università di Cagliari, affronterà invece il tema di Tolkien traduttore, concentrandosi sulla riscrittura tolkieniana della storia di Beowulf in Sellic Spell.
Non si parlerà però soltanto di traduzione letteraria, ma anche di traduzione dalla letteratura ad altri mezzi narrativi. Marco Picone, professore di geografia urbana all’università di Palermo, parlerà delle mappe tolkieniane, ovvero di come letteratura e rappresentazione topografica dello scenario narrativo siano complementari nell’opera di JRRT. Roberta Tosi, giornalista e critica d’arte, dirà invece di come Tolkien ha tradotto in arte visiva le proprie storie, ovvero di Tolkien illustratore. Mentre il giornalista e critico cinematografico Alberto Crespi, affronterà le traduzioni delle storie tolkieniane sul grande schermo. Infine, il convegno si chiuderà con una presentazione de I Quaderni di Arda – rivista di studi tolkieniani e mondi fantastici, sulla quale verranno pubblicati gli atti del convegno nel primo trimestre del prossimo anno. Le relazioni si terranno su piattaforma Zoom e sarà possibile partecipare previa pre-iscrizione con il proprio nome e cognome (il link per la registrazione è questo qui). Le pre-iscrizioni verranno chiuse alle ore 12:00 del giorno precedente all’evento.
Il programma
Lunedì 30 novembre – ore 15:00-18:00
modera Andrea Binelli
– Ottavio Fatica: Fidarsi del racconto: ritradurre Il Signore degli Anelli
– Luca Manini: Nell’officina di Tolkien: il traduttore tra avventura e quest
– Maria Elena Ruggerini: La lingua della versione inglese antica di Sellic Spell: modelli e rifrazioni
– Marco Picone: Il nome della mappa. Traduzioni cartografiche del mondo di Tolkien
Martedì 1 dicembre – ore 10:00-13:00
modera Roberto Arduini
– Renée Vink: Alliteration, Rhyme, Metre: the Toll of Translating Tolkien’s Poems
– Alessandro Fambrini: Piccoli hobbit non vanno alla guerra: il caso tedesco
– Kersti Juva: Tolkien in Finland
– Roberta Tosi: L’arte di Tolkien
ore 15:00-18:00
modera Claudio Antonio Testi
– Fulvio Ferrari: Tolkien in Svezia
– Roberta Capelli: Decir quasi the same chose: letture parallele del Signore degli Anelli
– Antonio Crespi: Tolkien al cinema: trasposizioni e riletture sullo schermo
– Roberto Arduini, Stefano Giorgianni, Federico Guglielmi: I Quaderni di Arda: rivista di studi tolkieniani e mondi fantastici
Redazione
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università di Trento
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Per onore di completezza, sia del ragionamento sia della citazione riportata nel post («Éowyn fell forward upon her fallen foe» reso con «Éowyn cadde in avanti sul nemico caduto»), è doveroso aggiungere che se la nuova traduzione riesce a salvare il salvabile dell’allitterazione e ripetizione originale, la traduzione storica non solo non ne salvava nulla, ma addirittura inseriva un “corpo” dove non c’era:
«Éowyn cadde in avanti sul corpo del nemico abbattuto»
Il corpo non c’era non soltanto nel testo, ma nemmeno nella scena, giacché se mai il Nazgul ha avuto una parvenza di consistenza corporea, l’ha persa proprio per mano di Éowyn e Merry quando è stato abbattuto, come si evince dalla frase seguente: «Ma stranamente il manto e la cotta di maglia erano vuoti».