Il 2 dicembre 2020 è stato pubblicato in rete un nuovo progetto chiamato Project Northmoor. Sulla schermata principale del sito si legge: «Puoi aiutare a costruire il primo centro al mondo dedicato a Tolkien». Accanto al messaggio, un video in cui alcuni noti attori che hanno interpretato diversi personaggi nei film di Peter Jackson presentano il progetto. Tra loro i famosissimi Martin Freeman, Ian McKellen, Jhon Rhys Davies, Annie Lennox e tanti altri. Il progetto si avvale di un crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere i fondi in tre mesi per acquistare la residenza al numero 20 di Northmoor Road, a Oxford. Ovvero, la casa in cui ha vissuto la famiglia Tolkien tra il 1930 e il 1947. Casa in cui il Professore ha scritto Lo Hobbit e buona parte de Il Signore degli Anelli. Un progetto ambizioso, ma soprattutto costoso. Parliamo di una richiesta minima di 4 milioni di sterline, con una serie di successivi step fino a 4.8 milioni di sterline (5.3 milioni di euro). Nel video gli attori dei film di Jackson e la direttrice del progetto, Julia Golding, dichiarano che finalmente la casa di Northmoor Road, appartenuta alla famiglia Tolkien, è in vendita. L’obiettivo sarebbe quello di acquistare la casa al fine di renderla un centro dove organizzare eventi per i tolkieniani di tutto il mondo.
Gli autori di Project Northmoor si pongono alcuni obiettivi per arrivare fino ai suddetti 4.8 milioni di sterline, partendo dalla sistemazione del giardino, passando per l’istituzione di borse di studio, arrivando alla costruzione di una casa hobbit. Gli utenti, come nella maggior parte dei crowdfunding, riceveranno dei premi in base all’entità della loro donazione, da un semplice certificato con una donazione minima di 20 sterline, fino alla dedica di una stanza o di un’area del giardino con una donazione di 200.000 sterline. Un’iniziativa che non può che trovare l’approvazione di qualsiasi appassionato tolkieniano, per di più sostenuta da dei giganti del grande schermo. Ma ci sono alcuni aspetti che devono essere chiari.
I dettagli del progetto
Il Progetto Northmoor sembra semplice e lineare: salvare la casa di Tolkien e farne un centro culturale. L’area dedicata alle Domande Frequenti del sito web offre però alcune informazioni interessanti: la casa non avrà un museo, in quanto la struttura deve rimanere residenziale. L’idea è quella di mantenere la struttura così com’è. Gli eventi culturali non saranno solamente a tema tolkieniano. La casa, una volta acquistata, sarà di proprietà dell’associazione di beneficenza Project Northmoor, sotto la guida di Julia Golding, scrittrice inglese, conosciuta anche con gli pseudonimi di Joss Stirling e Eve Edwards. Soprattutto, nel caso in cui il crowdfunding non dovesse raggiungere gli obiettivi, il denaro donato non verrà restituito, ma verrà gestito dall’associazione di beneficenza per sviluppare progetti alternativi nell’area di Oxford. Da quanto si apprende, nessuna associazione tolkieniana è coinvolta nel progetto, soprattutto non lo è la Tolkien Estate, l’ente che tutela gli eredi dello scrittore inglese. Il giorno successivo al lancio del progetto è intervenuto sui social network il presidente della Tolkien Society, Shaun Gunner, mettendo in luce alcuni aspetti ancora non chiari: l’associazione di beneficenza non ha alcun legame con la comunità tolkieniana, inglese o internazionale; la casa non deve essere “salvata” come dichiarato nel sito, in quanto non è sottoposta ad alcun rischio; in uno scambio epistolare, Gunner è stato informato dall’organizzazione riguardo al possibile utilizzo dell’abitazione come Bed & Breakfast. Informazione esclusa nella comunicazione del progetto. Nelle mail con Gunner gli organizzatori dell’associazione dichiarano che i corsi che vorrebbero lanciare dopo l’acquisto saranno a numero chiuso con massimo 10 partecipanti e focalizzati all’arte e alla scrittura creativa.
Numerose speculazioni edilizie
John Ronald Reuel Tolkien ha vissuto a Oxford per oltre 50 anni. Solo una debole traccia dell’epoca di Tolkien rimane nelle sagome delle otto case in cui visse e dei quattro college che frequentò. Eppure negli ultimi venti anni, l’onda lunga del culto feticistico sulla sua persona ha permesso operazioni speculative come mai con nessun altro scrittore era accaduto a Oxford. Quasi tutte le case in cui lo scrittore visse sono state vendute a prezzi altissimi, se si escludono le case di proprietà dell’Università. Anche fuori Oxford, i luoghi legati a Tolkien hanno generato buoni affari, con prezzi superiori al milione di sterline.
La casa al n. 2o di Northmoor Road a Oxford è stata costruita nel 1924: si tratta di 380 metri quadri di abitazione con un giardino enorme. La famiglia Tolkien vi si trasferì nel 1930 dal numero civico a fianco, il 20. Vi rimasero fino al 1947, quando con la partenza dei tre figli maschi, la dimora era divenuta troppo dispendiosa per tre persone. Negli anni in cui visse lì, Tolkien scrisse Lo Hobbit e gran parte de Il Signore degli Anelli. La famiglia Tolkien, quindi, da oltre 70 anni non vive più in quella casa, e in tutti questi anni ci sono stati diversi ammodernamenti sia interni sia esterni. Nel 2002 con una cerimonia è stata apposta una targa blu che commemora il n. 20 Northmoor Road come un edificio «di interesse speciale, garantendo ogni sforzo per preservarlo». È inoltre inserito nella lista degli edifici classificati Grade II nel registro di Heritage England. La sola pianta degli interni sopravvive inalterata, fatta eccezione per il muro tra l’ex studio e il salotto che fu rimosso da Tolkien per ampliare la stanza in cui lavorava. L’ultimo cambio di proprietà è avvenuto nel 2004, quando la casa è stata venduta a “solo” 1.525.000 sterline, un terzo dell’attuale prezzo richiesto di £ 4.575.000. Infine, la dimora è in vendita da quasi due anni e non è «da salvare». Qualsiasi lavoro per ripristinare l’atmosfera degli anni in cui Tolkien visse lì sarà quindi perlopiù artificioso e una creazione moderna dello stile anni Trenta: non ci sarà una singola parte della casa che «Tolkien toccò» o in cui «Tolkien scrisse qui».
Considerazioni finali
Tutta queste informazioni portano quindi a fare alcune considerazioni: la mancanza di un legame tra l’associazione di beneficenza e la comunità tolkieniana è un fattore che implica una serie di problematiche non indifferenti. Gli stessi organizzatori, infatti, escludono la realizzazione di un centro studi. Per lo stesso motivo sembra evidente l’impossibilità di costruire un museo aperto al pubblico. Le forti limitazioni legali di una struttura prettamente residenziale evidenziano che non sarà possibile consentire un flusso costante di visitatori. Infatti, la casa sarà accessibile solo su appuntamento e gli eventuali corsi saranno con un numero molto limitato di partecipanti.
Da quanto si evince, nella malaugurata ipotesi del mancato raggiungimento degli obiettivi prefissi, il denaro già donato rimarrebbe in mano alla Project Northmoor Charity. Quindi, se ad esempio, venissero fatte donazioni per 3 milioni di sterline, l’associazione potrebbe incassare il denaro e spenderli in progetti al momento non dichiarati. A proposito della possibile costruzione di un bed & breakfast va considerato il fatto che una casa da 4 milioni di sterline necessita di una manutenzione continua e di personale addetto. Per questo motivo è chiaro che per sostenere i costi di gestione l’organizzazione ha ipotizzato questo tipo di soluzione economica. È lecito e necessario creare un’attività economica collaterale in grado di supportare la gestione di una tale struttura, ma l’ipotesi non è pubblicizzata sul sito web.
Valutando questi aspetti nel complesso ci si potrebbe domandare se ci siano davvero le condizioni per supportare questo tipo di progetto. La Project Northmoor Charity sta proponendo alla comunità tolkieniana, senza alcun supporto istituzionale, di effettuare donazioni per l’acquisto di una abitazione iconica, senza però garantirne un accesso libero e universale. Ovviamente i lettori possono donare i loro soldi per questo ambizioso progetto, però al contempo che siano consapevoli delle molte limitazioni che ha e dell’eventualità che se non si raggiunge la quota minima dei 4 milioni di sterline potrà avere altri obiettivi.
Marco Pelizzola
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito web del Project Northmoor
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