Tra le varie caratteristiche che contraddistinguono il mondo subcreato da J.R.R. Tolkien, ce n’è uno che merita particolare attenzione e che non viene molto spesso indagato: la perdita dei genitori, in tenera età, da parte di moltissimi protagonisti delle storie tolkieniane. Un aspetto, questo, presente sia nel Signore degli Anelli sia nel Silmarillion, e persino ne Lo Hobbit (benché accennato di sfuggita).
Un particolare che certamente riflette anche l’esperienza personale del Professore: egli, infatti, perse il padre nel 1896, all’età di quattro anni; poi, quando di anni ne aveva 12, perse anche la madre, Mabel, nel 1904. Due traumi, come si vede, subiti molto presto nella vita, e che non possono non averlo influenzato nella sua visione del mondo: ma qui preme notare come questi due tragici eventi abbiano contribuito a plasmare le storie della Terra di Mezzo. Infatti, come detto, un gran numero di personaggi chiave delle storie subisce almeno la perdita di un genitore, e spesso di entrambi, e quest’evento, molte volte, plasma pure le azioni che questi personaggi andranno a compiere; anzi, si può presupporre che senza quest’evento tragico, le azioni dei personaggi in questione avrebbero preso tutt’altra strada. Vediamo qualche esempio, più significativo di altri, per gli sviluppi che il lutto porterà.
Orfani nel Silmarillion
Il primo esempio che spicca, per importanza, lo troviamo nel Silmarillion: Finwë perde la prima moglie, Miriel, a causa della nascita di Fëanor, e sposa Indis: Fëanor, figlio unico, non accetterà mai questo secondo sposalizio, e i suoi rapporti con i fratellastri Fingolfin e Finarfin saranno burrascosi anche a causa di questo sentimento: Fëanor vedrà sempre Indis e i suoi figli quasi come degli estranei, e la divisione tra i Noldor , pur scatenata da cause di tutt’altro genere, può essere fatta risalire anche a quella perdita, unica tra gli Elfi, che scavò un solco profondo nel cuore di Fëanor.
Un secondo esempio tratto dal Silmarillion può essere certamente quello relativo a Maeglin, figlio di Aredhel di Gondolin, sorella di Turgon, e Eöl, l’Elfo Scuro di Nan Elmoth: ebbene, già la nascita stessa di Maeglin è avvolta da ombre inquietanti, visto che Eöl, di fatto, violenta Aredhel; ma il momento decisivo per la caratterizzazione di Maeglin avviene quando Eöl, colto da rabbia e follia, uccide Aredhel, postasi a difesa di Maeglin; Eöl viene allora condannato a morte e giustiziato, precipitando nell’abisso del Caragdûr.
Questo doppio lutto, avvenuto tra l’altro in circostanze drammatiche e concitate, ha un’influenza enorme su Maeglin: in lui, da quel momento, brucia un fuoco colmo di risentimento e dolore – «un frutto attossicato del Fratricidio», scrive Tolkien – che alla lunga lo porterà, dopo aver compreso il rifiuto di sua cugina Idril per lui, al tradimento nei confronti della città e della sua stessa gente, causando la caduta della splendida e potente città elfica di Gondolin.
Orfani nel Signore degli Anelli
Nel Signore degli Anelli di esempi ce ne sono tantissimi, ma vorrei citarne tre in particolare che, a mio avviso, indirizzano gli eventi futuri legati a quegli specifici personaggi. Il primo esempio riguarda naturalmente Frodo, il Portatore dell’Anello, che perde entrambi i genitori, Primula e Drogo, durante quella tragica gita in barca sul Baranduin, e che si ritrova dapprima “prigioniero” nella dimora della famiglia della madre, Brandy Hall, in mezzo a tutti quei parenti adulti, e poi viene adottato dal cugino Bilbo (anch’egli, tra l’altro, senza più genitori): ebbene, la vita di Frodo, a causa della perdita dei suoi, cambia radicalmente, perché l’adozione da parte di Bilbo lo fa entrare nella grande Storia della Guerra dell’Anello. Chissà cosa sarebbe accaduto alla Terra di Mezzo, senza il tragico evento di quella gita in barca?
Un altro esempio riguarda, senz’ombra di dubbio, Aragorn, che perde il padre, Arathorn, a soli due anni. Il bambino venne quindi allevato a Imladris: Gilraen, temendo che Aragorn potesse essere assassinato come il padre e il nonno prima di lui, ne celò l’identità. Aragorn fu chiamato dagli Elfi Estel (parola Sindarin che significa “speranza”) e non conobbe la sua eredità fino all’età di venti anni, nel 2951. E tra gli Elfi Aragorn finirà per accumulare conoscenze che forse non avrebbe potuto imparare, se fosse vissuto esclusivamente con la sua gente: e sarà ad Imladris che conoscerà Arwen, e intreccerà il suo destino con quello della stirpe primigenia. Successivamente, perderà anche la madre Gilraen, in un momento molto importante, nel 3008 mentre è alla ricerca di Gollum: proprio alla vigilia dei grandi eventi che lo avrebbero condotto incontro al suo destino. Sul ruolo di Aragorn e sui tempi bui in avvicinamento Gilraen, alcuni mesi prima di morire, pronunciò un linnod che riprendeva il significato di Estel: «Ho dato la Speranza ai Dúnedain, non ne ho conservata per me». La speranza si riferisce naturalmente al figlio. Un senso di perdita costante aleggia intorno ad Aragorn, che forse, proprio per questo motivo, ha sempre avuto una grande attenzione nei confronti degli altri, ben consapevole della fragilità dell’esistenza.
Da notare il grande legame, a mio avviso non casuale, che si instaura tra lui e Frodo, entrambi orfani, che trovano, specularmente, due genitori sostituivi in Bilbo ed Elrond – anch’egli senza più genitori fin da tenera età – e soprattutto una figura genitoriale in comune: Gandalf.
L’ultimo esempio che vorrei portare è quello di cui si sa di meno, riguardo alla modalità della perdita: Sméagol. Dei suoi parenti non sappiamo niente: l’unico che conosciamo, vagamente, è la nonna, un vero e proprio capofamiglia. Gollum non nomina mai i suoi genitori, e viene da pensare, anche se non ci sono certezze in merito, che li abbia persi in tenera età, e che sia vissuto sempre con la nonna, una donna severa e autoritaria, a giudicare dai pochi accenni fatti dalla miserabile creatura. Chissà, se non avesse perso entrambi i genitori, forse il carattere e le scelte di Sméagol sarebbero stato diversi. Ma questo, purtroppo, non lo sapremo mai.
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Ioreth e la cugina: un dialogo nella TdM
– Leggi l’articolo La Grande Peste che prese la Terra di Mezzo
– Leggi l’articolo Sulle orme di Aelfwine: 10 curiosità sugli Elfi
– Leggi l’articolo La parentela di Bilbo e Frodo, facciamo chiarezza
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Gran bell’articolo, Pierluigi. Bravo!
Mi permetto qualche chiosa.
Alla fine del “Signore” Arwen “perde” il padre e Aragorn il padre adottivo, lo stesso Elrond, e il mentore Gandalf.
Altri due orfani da non dimenticare sono Éomer ed Éowyn: perdono il padre e dopo pochissimo la madre; sono infatti allevati dallo zio, re Theoden.
E chissà come sarebbe cambiata la storia se non fosse morta Finduilas di Dol Amroth, madre di Boromir e Faramir.