L’animatore Gene Deitch, inventore di Tom e Jerry, collaborò con l’illustratore ceco Adolf Born alla creazione del primo vero adattamento cinematografico dello Hobbit. Tale versione, caratterizzata da varie e significative libertà creative rispetto alla storia originale di J.R.R. Tolkien, non raggiunse però mai il mondo esterno. Cosa mai sarà accaduto?
Nel suo libro How To Succeed in Animation, pubblicato anche online , Deitch racconta la sua versione: la storia ebbe inizio quando il suo produttore, William Snyder, acquisì brevemente i diritti dello Hobbit nel 1964. Deitch voleva realizzare Lo Hobbit animando i personaggi con la cel animation su sfondi modellati in 3D, tecnica per i tempi piuttosto ambiziosa.
Il racconto
Egli aveva anche rimaneggiato estensivamente il racconto originale di Tolkien: «Nel 1964, prima che chiunque salvo alcuni oscuri ragazzini britannici ne avesse mai sentito parlare, Bill mi aveva passato un piccolo consumato libro per ragazzi del 1937 chiamato Lo Hobbit. Aveva capito che era una grande storia e si era assicurato i diritti cinematografici sia su quella sia sulle altre opere di un incartapecorito filologo inglese di nome John Ronald Reuel Tolkien. I diritti di Snyder valevano fino al 30 Giugno 1966 – un tempo sufficiente – così lui mi mise al lavoro per fare dello Hobbit un lungometraggio d’animazione.
Eravamo a buon punto con la sceneggiatura, quando Il Signore degli Anelli fu pubblicato in edizione tascabile. Secondo i desideri di Snyder, pensando di dover aver a che fare solo con Lo Hobbit, ci eravamo presi con la storia alcune libertà che solo pochi anni dopo sarebbero state abbastanza per farci bruciare sul rogo. Ad esempio, avevo introdotto una serie di canzoni, cambiato i nomi di alcuni personaggi, giocato a briglia sciolta con la trama e persino creato un personaggio femminile, nientemeno che una Principessa, per farla partecipare alla Cerca e farla trionfare alla fine sul celibato di Bilbo Baggins!». Dopo aver letto Il Signore degli Anelli Deitch rivide ulteriormente lo script, e quando lui e Snyder non furono in grado di interessare al progetto nessuno studio di animazione ritornò a Praga al suo. Il progetto così languì finché Deitch non ricevette da Snyder una richiesta impossibile: spedire a New York un adattamento a cartoni animati dello Hobbit entro 30 giorni: «Non solo gli avvocati della Tolkien Estate avevo dato
a Snyder i diritti per un tozzo di pane, ma nella loro ignoranza in fatto di terminologia cinematografica avevano anche lasciato nel contratto un buco da un milione di dollari. Nel testo si affermava infatti che per mantenere la sua opzione sul Signore degli Anelli Snyder doveva meramente “produrre una versione cinematografica a colori” dello Hobbit entro il 30 Giugno 1966, non specificando, nota bene, né che dovesse trattarsi di un film d’animazione né quanto il film dovesse essere lungo!».
Un film in un mese
Alla Tolkien Estate era stato ora offerto un favoloso mucchio di soldi per i diritti, e quelli di Snyder sarebbero scaduti in un mese. Si stavano già fregando le mani. Snyder, però, giocò il suo asso: rispettare la sola lettera del contratto, ossia produrre una “versione cinematografica a colori” dello Hobbit entro il 30 Giugno. Tutto quel che doveva fare era ordinarmi di distruggere la mia sceneggiatura – il lavoro di un intero anno – e tirar fuori alla bell’e meglio uno scenario supercondensato del genere di un trailer (ma sempre raccontando gli interi fondamenti della storia dall’inizio alla fine), il tutto per una durata di 12 minuti ossia un rotolo di pellicola da 35 mm. Semplice. Dovevo solo fare i disegni, registrare voce e musica, girare, montare e fare arrivare il tutto in sala proiezione a New York entro il 30 Giugno 1966! Avrei dovuto mandarlo a quel paese, ma poiché a quel tempo ero più o meno il suo schiavo la faccenda divenne improvvisamente una folle sfida. Dopo aver proiettato il film in fretta e furia di fronte a un pubblico di New York (nota Deitch: “a ognuno che fosse disposto a offrirsi come cliente diedi dieci cent, che mi restituirono”) e aver ottenuto la firma dei presenti (“ai pochi perplessi spettatori fu chiesto di firmare una carta dove attestavano che il giorno 30 Giugno 1966 avevano pagato il biglietto per assistere al film d’animazione a colori “Lo Hobbit!”), i diritti di Snyder sull’opera di Tolkien poterono essere estesi. Egli li vendette immediatamente e ci fece 100mila dollari. Deitch fece due soldi. Come potete vedere dal video qui sotto, l’animazione di Born era gradevole persino nonostante una produzione così comicamente affrettata. Lo Hobbit non sarebbe stato animato nuovamente prima di dieci anni, quando la casa di produzione Rankin/Bass creò i suoi mostriciattoli televisivi nel 1977.
GUARDA IL VIDEO:
– Sito ufficiale di Gene Deitch
– Libro online di Deitch: How To Succeed in Animation
Bè, è difficile definirlo “film d’animazione” visto che si tratta di un semplice montaggio di illustrazioni, ma visto i tempi di realizzazione a disposizione è comunque un tentativo apprezzabile 🙂
Ammetto che non ne sapevo nulla…