Che giornata indaffarata quella di ieri, 1° aprile 2021, per l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Siamo ben lontani dagli scherzi di aprile fatti ieri, come quello della Volkswagen che ha annunciato di cambiare il proprio nome in “Voltswagen” per rendere visibile il passaggio al motore elettrico, quello del Comune di Firenze, che ha annunciato la scoperta di terzine dantesche contro la Juventus («Quando si parte il gioco della Viola/Colui che perde si riman dolente/E il tristo colpo gli rimane in gola/Ben lo imparò la bianconera gente/La qual, credendo andare innanzi/ratto lo gol in sua rete si trova»), e tantomeno da quello del 2015 quando tre scienziati avevano dimostrato l’esistenza dei draghi sostenendo come il calo delle temperature e la scomparsa del loro cibo preferito, i cavalieri, avesse fatto sì che fossero entrati in ibernazione, pronti però a ricomparire nei nostri cieli non appena il riscaldamento globale li avrebbe risvegliati. I nostri “pesci” erano tre proprio perché tutti sanno da almeno 400 anni che bisogna diffidare di qualsiasi notizia peculiare data in un giorno come questo e quindi serviva un po’ confondere i lettori. Possiamo dire di esserci riusciti perché qualche dubbio ancora permane finché non si leggerà questo articolo!
Gli articoli cinematografici
In un’epoca storica così segnata da lutti, ferite, restrizioni e incremento della povertà senza ancora vedere una soluzione definitiva, è normale che ogni lettore voglia fortemente sperare che ciò che lo ha fatto sognare torni presto e sia migliore del passato. J.R.R. Tolkien e le opere derivate dai suoi libri hanno affascinato milioni di lettori, ma soprattutto anche di spettatori con la prima trilogia di Peter Jackson, molto meno con la seconda, ma è normale che la notizia che il regista torni a dirigere un ulteriore film tratto dalle opere dello scrittore inglese possa colpire il cuore di molti appassionati come siamo anche noi! Così, anche se palesemente falsa è stata molto letta, seguita e condivisa la notizia che Alla fine Peter Jackson girerà Il Silmarillion. È palesemente falsa perché i diritti non sono mai stati venduti e appartengono alla Tolkien Estate ancora per molti decenni, ma la notizia è parsa credibile al punto da essere stata velocemente tradotta in inglese e pure in russo, dove l’articolo si è diffuso con notevole successo! Un elemento che avrebbe dovuto far riflettere, ma che stuzzicava molte menti sopraffine è il luogo scelto per le riprese del film, cioè la Sardegna… È un altro indizio di come fosse uno scherzo, ma si poggiava su due elementi molti reali come il fatto che per molte settimane la regione fosse stata una zona bianca, quindi “concettualmente” poteva essere plausibile che fosse stata scelta una regione per così dire “covid free”. Ma un elemento importantissimo è quella scuola di pensiero tra gli appassionati che ricorda come Númenor sia ispirata per certi versi all’isola di Atlantide. Visto che negli ultimi anni anche recenti ricerche archeologiche hanno evidenziato come effettivamente il mito di Atlantide possa essere nato da uno sconvolgimento climatico che inondò parzialmente l’isola, il legame non è peregrino. Se Númenor è Altantide, se Altantide è la Sardegna, allora Númenor può essere benissimo la Sardegna!
In questo siamo stati molto aiutati dagli amici dello smial S’Arda – Tolkien in Sardegna che hanno addirittura realizzato una scherzosa intervista alla loro referente, molto credibile e simpatica. Insomma, uno scherzo coi fiocchi!
Se una parte degli appassionati di Tolkien guarda al passato, non si poteva trascurare quella parte di loro che guarda al futuro, cioè alla prossima e imminente serie tv su Il Signore degli Anelli che Amazon sta realizzando in Nuova Zelanda. In questo caso, un po’ lo scherzo è stato penalizzato dal fatto che sia arrivato per ultimo, anche se ripreso da noti siti web inglese. La notizia in questo caso riguardava l’attore Patton Oswalt scelto per doppiare Gollum da giovane. Giocando su serie simili e popolari come Young Sheldon (ripresa da The Big Bang Theory) e il Baby Yoda che ha fatto innamorare grandi e piccini nella serie tv The Mandalorian, la notizia portava l’attenzione sul fatto che in una serie che narrerà gli avvenimenti della Seconda Era della Terra di Mezzo, sarebbe stato presente un piccolo Hobbit che ha concluso il suo mezzo secolo di vita cadendo nel Monte Fato… Chiaramente, anche questa notizia era palesemente falsa: Gollum da giovane visse alla fine della Terza Era e farlo apparire anche se come giovane Smeagol non avrebbe senso. Chiaramente il personaggio non esiste, né negli scritti pubblicati da Tolkien, né in quelli curati e dati alle stampe da Christopher, ma la notizia veniva spacciata come un chiaro tentativo di attirare verso la serie i fan della storia raccontata nel libro e nei film di Jackson. E il fatto però che diversi siti web di informazione generalista lo abbiamo preso per vero e riportato significa che le sue vittime le ha fatte!
Le altre due copie Astrolabio
Le notizie fin qui riportate servivano però solo a confondere le acque per quello che era il vero progetto: la scoperta delle due copie di stampa della Astrolabio, così da formare una nuova trilogia, la primissima in ordine di tempo. Per questo un piccolo e ristrettissimo gruppo di appassionati lettori (e collezionisti) delle opere di Tolkien si è riunito e per sei mesi ha lavorato alacremente per arrivare al risultato di ieri: Valmer, Lock ed io. Tutto nasce dalle tante riflessioni sul primo volume di Astrolabio. Lock avrebbe voluto leggere la prima traduzione di Tolkien in Italia che era abbastanza differente da quelle successive, ma molto rara e ormai costosissima. Quindi ha avuto l’idea di riprodurre perfettamente il volume originale per leggerlo e tenerselo in casa: non solo il testo come per una copia anastatica ma un vero e proprio un fac-simile del libro. Ci ha lavorato con altri e lo ha realizzato perfettamente. Con la moglie, che è la vera artista di casa, hanno realizzato anche la copertina. Visto che il primo era riuscito bene, abbiamo pensato che sarebbe stato ottimale realizzare anche gli altri due!
Purtroppo il testo completo della prima edizione è andato perduto quindi abbiamo dovuto lavorare di fantasia. Inoltre, la notizia del primo volume già realizzato era stata diffusa e aveva fatto la sua strada tra gli appassionati, e il mondo dei collezionisti è piccolo e pieno di persone che riconoscono a occhio una tempera da un acquarello, le virgolette basse da quelle alte, un Sam da un Samio. Sapevamo che saremmo stati scoperti subito… Bisognava trovare un modo per rendere l’idea verosimile e credibile, con tanto di prove! Da qui le idee si sono inanellate da sole: le copertine “in continuità” con il drago verde, i tre colori e le tre sovraccoperte, le prove di stampa che potevano anche non rispecchiare l’originale poi stampato, perché la ragione della loro esistenza era capire se i colori funzionavano veramente. Il terzo volume sapevamo che in italiano ancora non esisteva perché al tempo della pubblicazione del primo Astrolabio, molto probabilmente Vittoria Alliata di Villafranca non aveva ancora ultimato la traduzione, forse neanche del secondo. Pertanto un’ipotetica prova di stampa sarebbe stata realizzata col testo in lingua originale. È inoltre un volume più sottile degli altri due perché non include le Appendici. Ma realizzare i libri non sarebbe bastato… Bisognava rendere la storia credibile. Quindi, ecco la storia non solo degli altri due articoli, ma anche la preparazione del terreno. Abbiamo per tempo contattato la casa editrice e raccontato loro che volevamo fare un’intervista sulla figura di Mario Ubaldini. Tutto è andato per il meglio e l’intervista è risultata anche molto interessante. Poi abbiamo chiesto se potevamo realizzare il nostro progetto con il loro consenso e la nipote e la figlia dello scomparso editore ce lo hanno concesso volentieri. Anzi, hanno fatto di più. Ci hanno dato molti altri dettagli utili e hanno detto: «Lui sarebbe stato veramente felice di vedere i suoi altri due libri finalmente realizzati». Con l’editore siamo ora anche in trattativa. Ora che il giorno è passato, possiamo dirlo: Ubaldini pubblicò un solo libro di Tolkien, il primo La Compagnia dell’Anello. Gli altri due li abbiamo realizzati noi (qui tutti i dettagli)… ma ora esistono, come esistono le bozze, i volantini, la bolla d’accompagnamento della tipografia, e soprattutto le magnifiche illustrazioni realizzate da Mian. In un certo senso, la trilogia di Astrolabio ora esiste! E sarà possibile venire a vederla di persona alla Tana del Drago quando tutta la pandemia sarà finita, potendo ascoltare tutta la vera storia di queste copie.
ARTICOLI PRECEDENTI
– Leggi l’articolo Spunta la trilogia: sono tre gli Astrolabio
– Leggi l’articolo Mario Ubaldini, l’uomo che portò Tolkien in Italia
– Leggi l’articolo Edizione Astrolabio, ecco la tabella dei nomi
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