«Peter Jackson e Fran Walsh mi hanno chiesto di portarvi i loro saluti». È stata sufficiente questa frase per far scrosciare di applausi la sala del centro Bonlieu ad Annecy, nel sud-est della Francia, mercoledì 13 giugno, in occasione della presentazione delle prime immagini del film The Lord Of The Rings: The War Of Rohirrim (Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim) durante l’edizione 2023 del Festival Internazionale dell’Animazione. Sebbene Jackson non sia coinvolto nella produzione di questo film, la co-sceneggiatrice delle trilogie del Signore degli Anelli e Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien, Philippa Boyens, è produttrice esecutiva del progetto. Sono stati mostrati due estratti (l’inizio e una scena di dialogo) di pochi minuti oltre a un breve teaser. Ecco un resoconto della tavola rotonda.
Dalle Appendici di Tolkien
I produttori esecutivi Jason DeMarco e appunto Philippa Boyens, così come il regista Kenji Kamiyama (che ha firmato in passato Ghost in the Shell: Stand Alone Complex, Eden of the East e soprattutto ha partecipato alla realizzazione di Akira nel 1988) e il produttore Joseph Chou, sono saliti sul palco, con Boyens che ha parlato di come l’idea di un film d’animazione del Signore degli Anelli è in trattative da anni. Il lungometraggio durerà 2 ore e 20, è co-prodotto da New Line Cinema e Warner Bros e uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 24 maggio 2024. Per Boyens, trovare il giusto stile visivo era fondamentale, dal momento che il film richiedeva qualcosa di realistico che non risultasse inquietante rispetto ai film live-action. «C’era la necessità di un livello di realismo, per colmare il divario tra live action e animazione.». Alla fine, l’idea di un film anime è rimasta. Dopodiché, si trattava solo di trovare la storia giusta, una che fosse più di una semplice storia secondaria tra i film. «Il fascino di questo progetto era quello di voler raccontare una storia completa che fosse separata da entrambe le trilogie e una storia senza l’influenza diretta dell’Anello né quella dell’ombra di Sauron, anche se sono cose che esistono davvero in questo mondo», ha detto Boyens, scherzando sul fatto che La guerra dei Rohirrim non ignorerà la parte centrale della Terza Era della Terra di Mezzo. La storia, quindi, attinge (come gran parte dei recenti adattamenti di Tolkien) dalle Appendici, in particolare tre paragrafi chiave nell’Appendice A, che raccontano la storia della casa reale di Eorl che governava Rohan. «Non si tratta solo una storia di guerra, ma anche sulle rovine che causa una guerra», ha scherzato Boyens e ha aggiunto: «si adatta perfettamente agli anime».
Kamiyama è anche uno scrittore, quindi Philippa ha scoperto che sarebbe stata una collaborazione facile: «È davvero bravo a tenere insieme la storia, capire il luogo e la scala e mantenere tutto sulla buona strada quando gli altri stavano deviando». Il processo di scrittura è iniziato con Will Matthews e Jeffrey Addiss (che hanno recentemente vinto un Emmy per la serie Netflix The Dark Crystal: Age of Resistance) che hanno doti comiche ma non erano esperti nella tradizione della Terra di Mezzo. E Philippa non ha voluto scrivere la sceneggiatura (come invece aveva fatto nei film precedenti insieme a Jackson e sua moglie Walsh): «Mi sentivo troppo vecchia, onestamente» per scrivere un prequel che mescolasse l’universo degli anime giapponesi con la mitologia di Tolkien. Il testimone è quindi passato a sua figlia Phoebe Gittins e al suo partner Arty Papageorgiou. Phoebe è letteralmente cresciuta dalla madre sul set delle due trilogie di Jackson e, soprattutto, comprende il ritmo del linguaggio di Tolkien: «Quando sei cresciuto a Rohan, è più facile scrivere un film su Rohan», riassume.
«Tutti gli altri muoiono!»
Il prequel animato, quindi, è ambientato 260 anni prima del Signore degli Anelli ed è tratto dalle Appendici scritte da Tolkien (Appendice A, Capitolo II: La Casa di Eorl). In esse si apprende di Helm Hammerhand e dei suoi figli, Háma e Haleth, e di sua figlia, che in realtà è senza nome negli scritti di Tolkien. Quella figlia, qui chiamata Hèra, è la protagonista de La guerra dei Rohirrim. Quando gli è stato chiesto perché l’hanno scelta come narratrice della storia, Boyens ha risposto in maniera geniale: «Perché tutti gli altri muoiono! Chi avrebbe poi potuto tramandare questa storia? E prima che iniziate a lamentarvi, questo è già nel testo di Tolkien, e anche la storia si svolge secoli prima dei film». «Era più interessante seguire il punto di vista di un personaggio femminile» che non è lo stereotipo della “principessa guerriera”, ha assicurato.
Chi è Hèra? Per prima cosa, Boyens si è affrettato a sottolineare che non volevano che fosse solo una principessa guerriera, sul modello di Éowyn: «Hèra non è né una principessa in pericolo né una guerriera», ma la figlia del re Helm la cui mano è ambita da Wulf, lui stesso figlio di Freca, il capo del clan degli uomini selvaggi. In questo, hanno preso ispirazione dalla storia reale, come faceva spesso Tolkien, con Æthelflæd, Signora dei Merciani e figlia del re del Wessex Alfredo il Grande. Æthelflæd governò la Mercia durante il periodo delle invasioni vichinghe dell’Inghilterra e svolse un ruolo chiave nella conquista del territorio del Danelaw detenuto dai danesi. Il regista Kamiyama ha descritto Hèra come un maschiaccio, una giovane donna selvaggia e vulnerabile, con un arco del personaggio che la vede crescere in tempo di guerra, perché non puoi davvero avere una storia della Terra di Mezzo senza una guerra. Il conflitto principale qui è tra Re Helm (doppiato da Brian Cox, il patriarca della serie Succession) e – come detto – un dunlandiano con sangue rohirric di nome Freca, che afferma di avere diritto al trono. Secondo Boyens, entrambi gli uomini pensano con i loro muscoli, e la proposta di Freca di sposare suo figlio Wulf con la figlia di Helm è la scintilla all’incidente che dà inizio alla guerra del titolo. Incentrare il film su Hèra è intelligente, a causa di quanto poco sappiamo di lei. Come si è potuto sentire nella narrazione di apertura: «Non cercarla nelle vecchie canzoni, perché non ce ne sono».
Avanti, Eorlingas!
Kamiyama ha esordito scherzando sul «nervosismo» rappresentato da questo progetto iniziato durante la pandemia, «probabilmente il più grande» della sua carriera. Poi, ha enfatizzato il lavoro svolto nella progettazione dei personaggi, con l’obiettivo di ottenere il massimo realismo possibile pur essendo riconoscibilmente un anime. Un personaggio chiave è Wulf, appunto uno dei principali antagonisti. Secondo Kamiyama, la prima risposta unanime da parte dello staff femminile riguardo a Wulf è stata quella di renderlo seducente: «Sta per fare cose piuttosto brutte, quindi è meglio che sia una persona bella». Il risultato, basato su concept art e due brevi scene mostrate durante il panel non ricorda Record of Lodoss War o il film di Ralph Bakshi, ma naturalmente i film di Peter Jackson, seppur in forma di anime. Questo vale per i personaggi, che sembrano molto dettagliati e realistici, pur rimanendo abbastanza fumettistici da sospendere l’incredulità, e anche per i numerosi luoghi noti agli fan delle trilogie cinematografiche. In effetti, questo film sembra essere tagliato dalla stessa stoffa della trilogia originale del Signore degli Anelli, dai disegni di John Howe e di alcuni artisti chiave della Weta, fino all’utilizzo di vecchi modelli dagli archivi della Weta come ispirazione, a Stephen Gallagher (che ha lavorato a Lo Hobbit) e alle musiche di Howard Shore (ci sono molti fiati e cori minacciosi e il tema principale di Rohan ha un effetto entusiasmante). Tra i concept art mostrati, si possono vedere luoghi familiari come Edoras, Hornburg e Isengard, che è apparentemente un campo di battaglia dei dunlandiani: a Isengard non succede mai niente di buono!!!
Pura magia della Terra di Mezzo
Nella prima clip mostrata, si vedeva l’inizio del film, che include un classico prologo della Terra di Mezzo, questa volta di Éowyn, con la voce dell’attrice Miranda Otto. Si osserva Hèra cavalcare in cima a una collina e dare da mangiare a un’aquila gigante. Successivamente, un’altra clip ha mostrato la politica in gioco a Edoras, con un signore di Rohan che vuole cancellare la storia di un gruppo di donne guerriere e donne alfiere del re, preludio delle cose a venire. Anche se non sono state mostrate molte scene di battaglia, un’ultima anticipazione (il teaser) alla fine del panel ha fornito una rapida panoramica di cosa c’e da aspettarsi, con battaglie che includono Olifanti, un sacco di armi mozzate e tanti, tanti cavalli. Quest’ultima parte si è rapidamente rivelata una delle maggiori sfide per il team d’animazione. Come direbbe qualsiasi animatore, disegnare un cavallo, figuriamoci animarne uno, è incredibilmente difficile, e Rohan è tutto incentrato sui cavalli. La troupe dell’animazione è stata mandata nelle stalle dei cavalli per filmarli, e cavalcarli anche, e naturalmente «molti di loro avevano paura». Per gli appassionati dell’animazione sembra essere stato un momento fantastico, con Kamiyama e Chou che hanno spiegato che sebbene il film sia animato in 2D, molte tecniche e stili diversi sono stati impiegati nella realizzazione de La guerra dei Rohirrim. Per prima cosa, il team ha chiesto agli attori di eseguire performance di motion capture dei personaggi per l’intero film, prima di creare modelli delle scene in programmi di gioco in tempo reale come Unreal per elaborare angoli di ripresa e movimenti da diverse angolazione per creare poi l’animazione 2D. Kamiyama è stato chiaro che la sua intenzione non è stata quella di usare il rotoscope (la tecnica usata nel film di Bakshi) e invece ha datoistruzioni ai suoi animatori per interpretare e tradurre il motion capture come riferimento per l’animazione 2D. Il risultato sembra fluido, ma non inquietante, con movimenti realistici e una vera recitazione dei personaggi, ma chiaramente frutto del lavoro degli animatori.
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