Si è chiusa domenica con numeri notevoli per l’Italia la mostra Tolkien: Uomo, Professore, Autore alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, ideata e promossa dal Ministero della Cultura in collaborazione con l’Università di Oxford. Esulta Gennaro Sangiuliano: «La mostra su Tolkien è stata uno straordinario successo di contenuti, sottolineato dalla grande partecipazione di pubblico, molti visitatori in più di quanti vanno alla Galleria Nazionale di Arte Moderna». Dopo Roma, la mostra su Tolkien farà un mini-tour della penisola. L’esposizione alla GNAM si è conclusa l’11 febbraio 2024, ma proseguirà a Napoli, Torino e Catania. A Napoli, l’esposizione si terrà dal 15 marzo al 15 giugno presso il Palazzo Reale che, per l’occasione, aprirà nuovi spazi espositivi da poco rinnovati, le sale Belvedere. A Torino, la mostra sarà esposta presso la Reggia di Venaria Reale, dall’autunno 2024 fino all’inizio del 2025.
In tre mesi oltre 80mila visitatori
Secondo i dati forniti dal Ministero dei beni culturali, l’esposizione artistica ha, infatti, attirato oltre 80.000 visitatori dal 16 novembre 2023 al 24 gennaio 2024. Questa esibizione dedicata al celebre scrittore britannico J.R.R. Tolkien, noto per opere come Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, ha offerto un’ampia gamma di opere, tra cui fotografie, lettere e illustrazioni, che documentano la vita e l’immaginario di Tolkien. Entrando nel dettaglio, tra il 16 novembre (data di apertura) e il 14 dicembre, in soli 26 giorni, l’esposizione ha fatto registrare 28.045 visitatori, mentre dal 15 novembre al 24 gennaio 2024 se ne registrano 60.544. Nell’ultima comunicazione del Ministero della Cultura si parla di ben 80.226 ingressi, di cui 2.091 nell’ultimo giorno. Per dire, all’esposizione su Italo Calvino alle Scuderie del Quirinale sono andati in 60mila. Si tratta di cifre di molto superiori alla media per la Galleria Nazionale. E di numeri molto importanti per un autore come Tolkien, almeno in Italia. Siccome un articolo sul Corriere della Sera appena uscito ricorda che più che i numeri assoluti, per valutare il successo di una mostra valgono di più i dati sulla media giornaliera di presenze, è bene dare uno sguardo anche a quel numero. In questo caso, seppur i numeri assoluti e di media giornaliera sono molto lontani rispetto alle altre grandi esposizioni su Tolkien all’estero (Oxford nel 2018, Parigi nel 2020 e Milwaukee nel 2022 e Landernau nel 2023 di cui abbiamo scritto profusamente in passato, l’ultima volta qui), la media si può avvicinare alla mostra alla Bodleian Library, considerando il fatto che la durata della mostra italiana sia decisamente più breve. Quindi, anche in questo dato si può notare il successo, almeno per l’Italia. Interessante anche l’età dei visitatori, che vede quasi la metà sotto i 40 anni, con il 30% dei biglietti staccati per un pubblico fra i 26 e i 40enni e il 23,3% under 25 (6.544 in totale).
«Abbiamo voluto avere l’approvazione della Tolkien Estate»
Tra gli oggetti più interessanti esposti, molti manoscritti autografi (tra cui le prove di stampa del Ritorno del Re inglese e il suo frontespizio con una citazione in elfico), lettere (una 50ina tra libri e lettere di Tolkien, di cui tre lettere inedite), memorabilia (il baule originale e un libro di preghiera di Mabel Tolkien, le ricevute degli assegni di padre Morgan ai due fratelli Tolkien, tutti documenti dall’oratorio di Birmingham), fotografie (tra cui quelle inedite di Simone d’Ardenne) e opere d’arte (moltissimi acquerelli originali di Piero Crida e oltre 100 altri artisti) ispirate alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico. In totale, sono oltre 150 opere tra foto, manoscritti autografi, lettere, filmati e ricostruzioni virtuali e opere d’arte a lui ispirate. In mostra inoltre anche alcune prime edizioni dei libri di Tolkien e in più fumetti, serie animate e giochi dedicati allo scrittore inglese. «Tra gli oggetti più emozionanti di certo c’è il materiale proveniente dall’Oratorio di Birmingham appartenuto a Tolkien, sua madre Mabel e a padre Francis Xavier Morgan», racconta all’AIST uno dei curatori, Oronzo Cilli. «Su tutti, il baule utilizzato da Mabel Tolkien quando, assieme ai figli Ronald e Hilary, lasciò Bloemfontein per raggiungere Birmingham. Sul baule è scritto “M. Tolkien” e Priscilla, nel 1974, ricordò a proposito che “[mio padre] aveva un ricordo particolarmente toccante che menzionava spesso, ovvero quello di suo padre che dipingeva le iniziali sul baule che faceva parte del bagaglio e che li avrebbe riportati in Inghilterra. Lui disse di aver percepito anche la profonda emozione tra i suoi genitori per l’avvicinarsi della loro separazione, forse avevano la sensazione che non si sarebbero più rivisti.” Questo per me basterebbe a farmi compiere un lungo viaggio pur di vederlo da vicino perché rappresenta uno dei momenti più toccanti dell’infanzia di Tolkien, il momento in cui si separò da suo padre che non avrebbe mai più rivisto e l’inizio della sofferenza per sua madre. Inoltre, il libro di preghiere appartenuto e firmato da Mabel poiché tutti sappiamo cosa ha rappresentato per Tolkien la conversione della madre e quanto, quella scelta, abbia contribuito alla formazione dell’uomo Tolkien». Cilli, poi, non dimentica tutto il grande lavoro “oscuro” di cui i visitatori beneficiano, ma non possono sapere. Una delle particolarità di questa mostra rispetto a tante altre (in sé belle e meritevoli) è proprio legata alla volontà dei curatori di ottenere l’autorizzazione della Tolkien Estate, l’ente che tutela l’eredità letteraria di Tolkien e l’unico che può autorizzare legalmente l’uso del nome di Tolkien e del suo materiale testuale e visuale. : «Lo abbiamo fatto sia per il profilo istituzionale e scientifico della mostra ma anche perché volevamo essere sicuri che il nostro approccio e i contenuti rispettassero quelle che sono le preoccupazioni dell’Estate. Si è trattato di un processo lungo e complicato perché la Tolkien Estate, nonostante non sia coinvolta nell’organizzazione e nelle scelte curatoriali, ha voluto visionare nei dettagli il progetto scientifico di allestimento, il percorso espositivo e il materiale mostrato al pubblico prima di dare la sua approvazione. Da parte della Estate, a cui va il mio sincero ringraziamento, c’è stata una pronta disponibilità anche con i tempi ridotti, se si considera che abitualmente mostre di questo tipo prevedono tempi di organizzazione e autorizzazione anche di due anni, alla Estate sono state anche inviate copie delle lettere esposte, delle firme dei libri autografati da Tolkien e i membri della sua famiglia; le tracce dei video che ritraggono Tolkien e le fotografie da esporre. Ma anche il catalogo della mostra e i temi trattati. Questo, è bene dirlo, non per nostra pignoleria o altro, ma perché ha voluto comprendere la filosofia della mostra, la qualità dei materiali e la correttezza nel narrare la figura di Tolkien».
ARTICOLI PRECEDENTI
– Leggi l’articolo Lo Gnam a Roma: «In un mese 30mila visitatori»
– Leggi l’articolo Roma, basta col fossile: JRR Tolkien per il clima
– Leggi l’articolo Il 12 a Roma «E la destra prese i posti migliori»
– Leggi l’articolo Roma, fino a febbraio una mostra su Tolkien
– Leggi l’articolo Il ministro Sangiuliano: «La mostra su Tolkien è un regalo»
LINK ESTERNI
– Vai al sito web della Galleria di Arte Moderna e Contemporanea
.