La seconda stagione del Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – è appena stato diffuso il trailer finale prima dell’inizio della serie previsto per il 29 agosto – si avvicina e si intensificano gli eventi promozionali della produzione e di tutto il cast di Amazon Prime Video. Dopo aver portato quasi tutti gli attori più importanti al Comic-Con di San Diego e aver dispensato centinaia di interviste, ora scendono in campo anche gli showrunner J.D. Payne e Patrick McKay, che però hanno ammesso candidamente quello che il pubblico ha sostenuto da anni, cioè che per quanto riguarda le opere di J.R.R. Tolkien hanno scelto la Seconda Era della Terra di Mezzo per poter improvvisare.
L’intervista agli showrunner
Parlando con Entertainment Weekly della seconda stagione in arrivo e in particolare di come gli Anelli del Potere abbiano influenzato i Nani, McKay ha detto: «Ci sono accenni allettanti nel testo originale che gli anelli dei Nani non controllavano realmente i Nani nel modo in cui Sauron avrebbe potuto desiderare, ma alimentavano la loro avidità. Ciò ci ha fatto venire in mente un’ipotesi troppo intrigante per non provare a esplorarla: “E se Re Durin III impazzisse e divenisse uno dei cattivi a Khazad-dûm nella seconda stagione?”». Poi ha dichiarato: «L’idea di base nella realizzazione di una serie tv ambientata nella Seconda Era era che non avesse un obiettivo fisso, ma che ci fosse un’enorme quantità di spazio per la creazione e l’improvvisazione all’interno di una struttura libera». In pratica, la scelta della Seconda Era ha permesso agli showrunner di improvvisare senza dover seguire la storia scritta da Tolkien. Tornando ai Nani, ha aggiunto: «Gli anelli dei Nani sono un ottimo esempio di come ci si può chiedere: “Cosa hanno fatto esattamente? Come potrebbero influire sulla relazione padre-figlio?”». L’attrice Sophia Nomvete ha anche condiviso con gli intervistatori l’approccio che il suo personaggio Disa avrà nei confronti dell’Anello: «È un incontro tra ambizione, paura, amore, dolore e preoccupazione. Lei sta cercando di capire quali di queste emozioni siano utili o debbano essere ascoltate. Quindi ha opinioni piuttosto altalenanti». «Prima dice: “Sì, ci serve l’anello!”, ma un minuto dopo dice: “Oh no, non l’anello!”. Il personaggio sta davvero agendo d’impulso. La sua missione è piuttosto verso suo marito, a cui dice: “Con qualsiasi mezzo necessario, dovrai sedere sul quel trono”», ha spiegato.
I Nani e gli Anelli
Per capire la relazione tra i Nani e i Sette Anelli del Potere loro destinati non c’è bisogno di improvvisare. Nel Silmarillion, Tolkien ha reso molto chiaro come gli anelli influenzassero i Nani: «E tutti gli anelli che dominò, Sauron li pervertì, e ciò fece con grande facilità poiché aveva avuto parte nella loro fabbricazione, ed essi erano maledetti e alla fine tradirono tutti coloro che li usarono. In verità, i Nani si rivelarono tenaci e difficili da domare; essi mal sopportano il dominio di altri e i pensieri dei loro cuori sono difficili da sondare, né possono essere trasformati in ombre. I Nani si servirono dei propri anelli soltanto per accumulare ricchezze; ma nei loro cuori si accesero l’ira e una incontrollabile brama per l’oro, da cui derivò poi sufficiente male a vantaggio di Sauron. Si dice che la base di ognuno dei Sette Tesori degli antichi Re dei Nani fosse un anello d’oro; ma tutti quei cumuli di ricchezze furono saccheggiati molto tempo fa e i Draghi li divorarono, e alcuni dei Sette Anelli vennero consumati dal fuoco mentre altri li ricuperò Sauron».
Ciò è ribadito nell’Appendice A del Signore degli Anelli. Tolkien scrive: «L’unico potere che gli Anelli esercitavano su di loro era d’attizzare in cuore la cupidigia d’oro e di oggetti preziosi talché, in mancanza di questi, ogni altro bene sembrava senza valore, e venivano presi dalla rabbia e dal desiderio di vendetta contro tutti quelli che glieli sottraevano». Aggiunge Tolkien: «Ma fin dall’inizio erano fatti di una tempra pervicacemente resistente a ogni tentativo di dominazione. Ucciderli era possibile, o spezzarli, non ridurli però a ombre sottomesse alla volontà altrui; e per lo stesso motivo nessun Anello poteva incidere sulla loro vita, né accorciandola né allungandola. Vieppiù Sauron li odiava in quanto possessori e desiderava espropriarli.
Tolkien non solo spiegò chiaramente in che modo gli anelli influenzarono i Nani, ma affermò anche che i Nani non ricevettero gli anelli prima che Sauron devastasse l’Eregion e li rivendicasse da Celebrimbor e dagli Elfi. Tolkien scrive nel Silmarillion: «Da allora, più la guerra non cessò tra Sauron e gli Elfi; ed Eregion ne fu devastata, e Celebrimbor rimase ucciso e le porte di Moria vennero serrate. In quel torno di tempo, da Elrond Mezzelfo fu fondata la roccaforte e rifugio di Imladris, che gli Uomini chiamavano Rivendell; ed essa durò a lungo. Sauron però mise le mani su tutti gli altri Anelli di Potere, distribuendoli agli altri popoli della Terra-di-mezzo, così sperando di ridurre sotto la propria signoria tutti coloro che desideravano poteri segreti trascendenti le caratteristiche della loro razza. Sette anelli diede ai Nani; nove invece agli Uomini, i quali, in questa come in altre faccende, si mostrarono i più pronti alla sua volontà». Inoltre, Tolkien ha anche chiarito che i Nani di Moria combatterono contro Sauron nella Guerra dell’Ultima Alleanza tra Elfi e Uomini. Tolkien scrive: «Pochi dei Nani combatterono dall’una o dall’altra parte; comunque, la stirpe di Durin di Moria si batté contro Sauron». Nei Racconti Incompiuti, Tolkien racconta anche di come Durin attaccò Sauron con un esercito di Nani provenienti da Khazad-dûm dopo che questi aveva attaccato l’Eregion. Sauron «si gettò sulle forze di Elrond, il quale aveva raccolto quei pochi Elfi dell’Eregion che erano sfuggiti al massacro, ma non era in grado di respingere l’assalto. E sarebbe stato sopraffatto, se l’esercito di Sauron non fosse stato attaccato alle spalle da una schiera di Nani di Khazad-dûm inviata da Durin, cui si erano aggiunti Elfi del Lórinand capitanati da Amroth. Elrond riuscì così a cavarsela, ma venne costretto a ritirarsi a nord, e fu allora [nel 1697, stando al Calcolo degli Anni] che costituì un rifugio e un fortilizio in Imladris (Rivendell)». Infatti, Tolkien nota che i Nani chiusero i cancelli di Moria e si assicurarono che Sauron non potesse entrare, «Sauron rinunciò all’inseguimento di Elrond per volgersi contro i Nani e gli Elfi del Lórinand, che respinse; ma le Porte di Moria erano serrate ed egli non potè entrarvi. In seguito, Moria fu per sempre oggetto dell’odio di Sauron, e gli Orchi ebbero ordine di dare addosso ai Nani ovunque possibile».
Tuttavia, nell’Appendice A, Tolkien scrive: «Dell’Anello in questione possiamo dir qualcosa, a questo punto. I Nani del Popolo di Durin lo credevano il primo dei Sette a essere forgiato; e sostengono che al Re di Khazad-dûm, Durin III, lo diedero gli stessi fabbri Elfici e non Sauron, anche se era senz’altro impregnato del suo potere malefico, dato che egli aveva partecipato alla forgiatura di tutti e Sette». «Ma i possessori dell’Anello non lo mostravano e non ne parlavano, e per lo più se ne separavano solo in punto di morte, talché gli altri non sapevano per certo dove fosse finito», aggiunge Tolkien. Nei Racconti Incompiuti, Tolkien scrive: «Allora Celebrimbor venne sottoposto a tortura, e da lui Sauron apprese dov’erano stati depositati i Sette. Celebrimbor lo rivelò perché a suo giudizio né i Sette né i Nove avevano il valore dei Tre: infatti, sia i Sette che i Nove erano stati fabbricati con l’aiuto di Sauron, mentre i Tre lo erano stati dal solo Celebrimbor, con poteri e propositi diversi». Il figlio di Tolkien, Christopher, curatore dell’opera, aggiunge un commento importante: «Qui non si dice esplicitamente che Sauron in quell’occasione si impossessò dei Sette Anelli, sebbene lo si possa chiaramente arguire. Nell’Appendice A (III) del Signore degli Anelli, si legge che i Nani del popolo di Durin nutrivano la credenza che l’Anello di Durin III, Re di Khazad-dûm, gli fosse stato dato dai fabbri elfici in persona, non già da Sauron; ma dal testo in esame, nulla si apprende, sul modo con cui i Sette Anelli giunsero in possesso dei Nani». Quindi, la deduzione logica di tutti questi scritti è che Durin III ha avuto il suo Anello dagli stessi fabbri Elfici prima della morte di Celebrimbor, soprattutto considerando il fatto che quest’ultimo consegnò tutti gli anelli in suo possesso a Sauron dopo essere stato torturato. Sarebbe sufficiente leggere questi brani per avere un’idea chiara di come gli anelli influenzarono i Nani, senza alcun bisogno di improvvisare.
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