Tolkien a Bergamo Scienza ’24: il resoconto

Nella cornice di BergamoScienza 2024, storico festival di carattere scientifico giunto ormai alla sua XXII edizione, si è tenuta sabato 12 0ttobre la conferenza dal titolo “La folle scienza del Signore degli Anelli”. Di fronte a una nutrita platea di ascoltatori, il relatore Luca Perri, astrofisico e coordinatore scientifico della manifestazione, si è addentrato nel mondo creato dal Professor Tolkien proponendo una chiave di lettura inusuale e in linea con lo spirito del festival. La via di accesso alla Terra di Mezzo proposta dall’oratore è stata, infatti, quella del viaggio orientato dalla bussola dell’analisi scientifica.

Il resoconto

Dopo un’introduzione sull’interesse del Professore in ambito botanico e astronomico, il relatore ha sottolineato come la Terra di Mezzo sia campo di formazione e di addestramento all’utilizzo del metodo scientifico. In particolare, sono stati proposti studi scientifici riguardanti il Legendarium volti a testare non solo le capacità di ricerca di dati degli scienziati, ma anche i metodi per fare inferenze sui dati stessi (soprattutto nell’ambito dei dati proxy) e i modelli scientifici predittivi.
Per quanto concerne la nomenclatura scientifica è stato sottolineato come l’opera di Tolkien sia la seconda “saga” – preceduta solo dalla Bibbia e seguita da Star Wars – per numero di specie di flora e fauna che da essa hanno preso nome; lo stesso vale per gli elementi di orografia spaziale: si pensi, ad esempio, ai nomi Doom Mons, Erebor Mons, Misty MontesMoria Montes attribuiti a rilievi e catene montuose di Titano.
Tra le innumerevoli ricerche presentate nel corso della conferenza si possono ricordare alcuni studi che hanno analizzato tratti della personalità di personaggi come Gollum, hanno speculato sui fattori che, seguendo un approccio di fattibilità biologica, potrebbero permettere l’esistenza di creature come Aragne/Shelob, o cercato di analizzare la densità corporea e la capacità visiva di Legolas fino a chiedersi il numero di razioni di Lembas necessarie alla Compagnia per svolgere la sua missione (il tutto realizzato avvalendosi di un rigoroso approccio matematico-scientifico). Uno studio di paleoclimatologia, approntato per verificare l’efficacia di un modello predittivo dell’evoluzione climatica, ha mostrato come il clima della Contea sia del tutto simile a quello del Leicestershire – ma anche alle condizioni climatiche della Nuova Zelanda – mentre Mordor avrebbe un clima paragonabile a quello del Texas e di Los Angeles.
Grazie a tutti questi riferimenti scientifici presentati, il relatore ha potuto osservare come la scienza si sia avvalsa del contributo del Mondo Secondario (che è il nostro mondo a un diverso livello di immaginazione) per verificare la validità dei suoi processi e dei suoi metodi, ottenendo da esso anche spunti innovativi per nuove ricerche e considerandolo anche come momento di riflessione sulle dinamiche e i processi del Mondo Primario. È stato quindi sottolineato come la cultura sia sì letteratura, ma anche scienza ed arte, e come l’una possa avvalersi del contributo delle altre per ottenere nuove prospettive in un reciproco scambio che abbia come prospettiva non già una ricaduta utilitaristicamente spendibile, bensì il viaggio della conoscenza umana.

La scienza e la Terra di Mezzo

Il Signore degli Anelli volume unico economicaPassando ad una riflessione sull’approccio scelto dalla conferenza per osservare il Legendarium è possibile porsi interrogativi sulla legittimità della prospettiva scientifica nella lettura dell’opera tolkieniana, prospettiva che potrebbe essere additata da eventuali detrattori come l’ingerenza di una visione, distorta e distorcente, che priva il Mondo Secondario subcreato da Tolkien dell’afflato immaginifico e della componente di stupore che accompagna la lettura. In primo luogo, può essere utile citare un estratto dalla Prefazione alla Seconda Edizione de Il Signore degli Anelli (pubblicata nel 1966) in cui l’autore si pronuncia a sfavore di una lettura allegorica dell’opera: “Preferisco di gran lunga la storia, vera o finta che sia, con la sua svariata applicabilità all’esperienza dei lettori”. Affermando ciò Tolkien sposta l’accento dall’allegoria all’applicabilità, espressione della libertà del lettore di trovare il proprio intimo significato del viaggio all’interno del Mondo Secondario in cui il Professore ci accompagna. Tolkien, dunque, non impone al fruitore dell’opera alcuna chiave di lettura obbligata, sebbene sicuramente egli abbia a più riprese esplicitato quale sia quella propria dell’autore, come possiamo evincere anche dalla lettura delle Lettere. Libro: copertina Lettere 1914-1973Nel Signore degli Anelli il Professore lascia spazio al narratore e la narrazione, in quanto tale, non ha lo scopo di convincere il lettore all’adesione a un messaggio sotteso (quand’anche presente) bensì quello di avvincerlo, di portarlo all’interno di un mondo reale a livello secondario, quello della mitopoiesi subcreativa di matrice linguistica. In quanto reale, questo mondo non è privo di regole – quindi non presta il fianco a un relativismo assoluto e acritico – ma spinge l’esploratore ad indagarlo alla luce della propria sensibilità. Gli strumenti che fanno parte del bagaglio del lettore/esploratore della Terra di Mezzo consentono dunque a ciascuno di orientarsi in modo differente all’interno di essa, senza però avallare alcuna pretesa nell’identificare gli stessi come gli unici adatti all’esplorazione. Ogni personale mappa del sapere che ciascun lettore porta con sé permette di viaggiare nel Mondo Secondario in modo peculiare, avendo la possibilità di giungere anche in posti prima inesplorati. In secondo luogo, l’approccio scientifico, quando è scevro dell’aspetto dogmatico proprio di una visione positivistica ormai superata dalle concezioni contemporanee in materia di Epistemologia della Scienza, muove i suoi passi dalla volontà di comprendere ciò che viene osservato e rappresenta una delle frontiere del viaggio umano di scoperta del mondo, scoperta che è anche ri-scoperta dello stupore che accompagna la mente, sia quando essa immagina sia quando indaga. L’inscindibile legame tra il Mondo Primario e il Secondario subcreato permette di utilizzare gli strumenti del primo per esplorare il secondo e, tramite l’esperienza fatta in quest’ultimo, acquisirne di nuovi che potranno dare significato ulteriore all’indagine e alla scoperta del Mondo di partenza.

Trascendenza e scienza

The Nature of Middle-earthSe il Mondo Secondario è indubbiamente refrattario «a ogni tentativo di “scientificazione”», come è possibile leggere nella Lettera 210, una prospettiva scientifica non volta a spiegare l’essenza delle cose bensì a descriverle, lasciando quindi spazio alla trascendenza, può fornire un punto di vista esterno prezioso. In altri termini, la trascendenza conferisce una profondità verticale alla narrazione mentre la scienza conferisce alla stessa una profondità orizzontale; a ciò sono volti, ad esempio, i molti studi “demografici” della popolazione elfica che troviamo riportati nell’opera The Nature of Middle-Earth, curata da Carl F. Hostetter con l’autorizzazione di Christopher Tolkien. Così, l’applicazione di una lettura scientifica a ciò che l’immaginazione subcrea consente di metterne in luce aspetti precedentemente non osservati, e quindi di aggiungere significato alla comprensione dell’opera; contemporaneamente, lo stupore per il fantastico immaginato ci permette di vedere il Mondo Primario con gli occhi di un osservatore esterno, quello che si trova nel Mondo Secondario, e tale visione si fa promotrice di nuove scoperte, di nuovi metodi per indagare il nostro complesso ed affascinante mondo.

Davide Jacopo Verga

 

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