Alla fine hanno ceduto tutti alla tentazione dell’Anello. A poco meno di un quarto di secolo dalla prima trilogia del Signore degli Anelli, Peter Jackson e compagni tornano nella Terra di Mezzo con un nuovo film d’animazione, Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim (The War of the Rohirrim). Quest’ultimo – dopo la premiere mondiale del 5 dicembra a Londra – esce nelle sale di tutto il mondo il 13 dicembre 2024, tramite New Line Cinema, mentre in Italia uscirà solo l’1 di gennaio 2025, per non dar fastidio ai cinepanettoni che altrimenti andrebbero deserti…
In realtà Jackson è “solo” produttore esecutivo del film, ma “si è tirato indietro” dal coinvolgimento quotidiano incoraggiando il regista Kenji Kamiyama a mettere il suo timbro sul film. Quest’ultimo è un prequel della prima trilogia, che si assume il gravoso compito di adattare La Casa di Eorl, un paragrafo sepolto nelle Appendici del capolavoro di J.R.R. Tolkien, in cui si racconta del popolo dei Rohirrim, appunto. Il tutto in stile anime, cioè come cartone animato giapponese, una novità assoluta per Tolkien, ma che richiama alcune produzioni degli anni Settanta, dall’incompiuto di Ralph Bakshi ai due film Rankin/Bass.
Il lungometraggio animato
Non ci sono elfi, nani o hobbit in vista. Il nuovo film in stile anime giapponese si concentra solo sugli uomini in guerra dell’universo immaginario di Tolkien. È un prequel che si svolge quasi due secoli prima dei film originali di Jackson. Ma a differenza dei film precedenti, questa volta non ci sono nemmeno anelli magici o Signori Oscuri onnipotenti. «Guardando la trilogia originale, si parla di hobbit, elfi, nani e mostri», ha detto Kamiyama nella conferenza stampa di presentazione. Il nuovo film è invece «radicato nel dramma e nelle emozioni umane: avidità e potere», ha detto il regista giapponese.
Warner Bros. aveva annunciato già nel 2021 che il prossimo film sarebbe stato un anime, uno stile visivo e un genere tipicamente giapponese che è esploso in popolarità in Occidente negli ultimi anni. Gli sceneggiatori hanno scandagliato le vaste storie inventate che Tolkien ha scritto nelle Appendici e nelle note a piè di pagina per i suoi romanzi. Si sono subito concentrati su una breve descrizione di una guerra civile tra un re e un nobile ribelle. «Non si è trattato di avere una storia pronta, ma di scegliere quella più adatta al momento», ha detto la Boyens. «In realtà è stato il contrario. C’era qualcosa in questa storia in particolare… che sembrava intrinsecamente giusta per quella grande tradizione cinematografica giapponese che è l’anime». Quella tradizione significa temi come onore, lealtà, arroganza e una temibile protagonista femminile, sullo stile della famosa Principessa Mononoke dello Studio Ghibli.
La trama
L’anime The War of the Rohirrim è ambientato a Rohan, il regno del popolo dei guerrieri a cavallo che hanno avuto un ruolo di primo piano nella Guerra dell’Anello narrata da Tolkien. Il film d’animazione rivisita luoghi chiave del film Le Due Torri, come l’epica fortezza del campo di battaglia del Fosso di Helm, e ha come narratrice Miranda Otto, che ha interpretato Éowyn nella trilogia di Jackson. È ambientato 183 anni prima degli eventi della trilogia originale e racconta la storia del leggendario Re di Rohan, Helm Hammerhand, e della sua lotta per difendere Hornburg, in seguito noto come Fosso di Helm. La trama inizia con l’ambizioso signore dunlandiano Lord Freca che progetta di far sposare suo figlio con Héra, la figlia del re di Rohan. Quando l’offerta viene respinta con disprezzo dall’orgoglioso monarca, Freca lancia una sfida ribelle al trono, ma viene colpito a morte. Mandato in esilio, suo figlio Wulf coltiva una massiccia ribellione che scatenerà una guerra catastrofica sull’intero regno. A questo punto Héra deve farsi avanti per guidare l’ultima resistenza contro il potente nemico deciso a distruggerli. Héra è un nome di fantasia: anche se ha un ruolo importante, c’è solo una sua menzione nella storia di Tolkien, che è: «sua figlia». Tolkien non ha dato un nome alla principessa; lo hanno fatto gli sceneggiatori, come racconta Boyens: «avevamo già Helm e i suoi figli, Háma e Haleth, e sapevamo che il suo nome doveva iniziare con la “H”». Boyens era affascinata dall’idea di espandere questo misterioso personaggio, che assiste e collega i vari eroi e cattivi e unisce le battaglie del nuovo film. «Non volevamo che fosse una principessa guerriera, una supereroina, una “boss girl”», ha detto Boyens. «Volevamo che sembrasse reale. È piena di curiosità, commette errori». Aveva bisogno anche di un look sorprendente, con i capelli rossi, che ha molto deliziato la sua interprete nella versione originale, Gaia Wise: «Quando ho visto uno schizzo di Héra nella sua armatura da guerriera, ero felicissima perché anch’io provengo da una famiglia di capelli rossi». Come per la serie Gli Anelli del Potere, La Guerra dei Rohirrim non si basa quindi su un libro di Tolkien, ma su un passaggio delle Appendici del Signore degli Anelli, in questo caso alcune pagine. «Dato che sono lunghe solo poche pagine, abbiamo dovuto inventare cosa poteva esser successo tra due frasi». Nella storia, «elementi dei film live-action si insinuano nel mondo», ha continuato. Ma «si sono insinuati in modo molto bello attorno al bordo». «Dal punto di vista della storia, ovviamente volevamo rimanere fedeli all’universo di Tolkien… ma allo stesso tempo rimanere fedeli a ciò che sappiamo fare meglio, ovvero realizzare anime», ha concordato Kamiyama. Il regista ha anche condiviso la difficoltà di ricreare l’universo di Tolkien e la magia unica dell’animazione disegnata a mano, spesso suscitando apprezzamento da parte degli spettatori.
Cosa ne pensa Jackson? Qualche giorno fa durante la première mondiale del film, il regista neozelandese ha risposto a una breve intervista. Perché è importante raccontare questa storia? «Beh, tutte le storie di Tolkien sono fantastiche e quindi vale la pena esplorarle e col genere anime è qualcosa di molto interessante da fare». Perché gli anime? Sono così diversi da quel che hai fatto prima? «Un anime non è qualcosa che mi coinvolge, non sono un esperto di anime, ma Kamayama ha fatto un lavoro incredibile e sai, come ho detto, quando mi sono seduto a guardare il primo montaggio, mi è sembrato di essere tornato in un mondo familiare. Questa sensazione, considerando che stavo guardando un anime, mi ha molto colpito perché di solito non capita neanche con tutti i film in live action». Pensi che Kamayama sia stato la persona migliore per raccontare questa storia? «Philippa è sempre una brava persona per raccontare la storia. Lei è stata la nostra arma segreta di Tolkien per decenni e lei ha scelto Kamayama. Kenji è uno dei più grandi artisti di anime del Giappone, quindi ho pensato: “Ok, siamo in buone mani”». Cosa pensi del film? «Fin dai primi minuti del film è stato magnifico. Siamo completamente assorbiti dall’escalation della posta in gioco e seguiamo tutto col fiato sospeso fino al climax finale. Naturalmente, chiunque abbia visto Il Signore degli Anelli: Le Due Torri 20 anni fa conosce il Fosso di Helm. Quest’opera non racconta solo la storia di Re Helm Hammerhand, ma spiega anche il motivo per cui il Fosso di Helm si chiama così. È davvero straordinario essere riusciti a sviluppare un momento così importante del Signore degli Anelli in questo lungometraggio».
Sembra di capire che The War of the Rohirrim abbia l’ambizione di comunicare i temi di Tolkien in modo molto chiaro. Forse perché gli stessi appassionati di Tolkien apprezzano la fedeltà all’opera. È una questione di adesione al “nucleo” dell’originale, che era l’idea di fedeltà di Tolkien, come ha affermato in una lettera: «Non si tratta di una possibilità sgradevole», scrisse a Stanley Unwin, «Penso che dovrei trovare la volgarizzazione meno dolorosa rispetto alla banalizzazione compiuta dal radiodramma della BBC». The War of the Rohirrim incarna ciò che era fondamentale per lui nel testo. L’Appendice A, “The House of Eorl” funziona come un documento storico, esponendo i miti di Rohan che sono stati tramandati di generazione in generazione. Helm Hammerhand è un personaggio tutto incentrato sulla propria moralità. Questo emerge già nella lunga clip del film. Nell’Appendice, Helm è un mostro e un mito, piuttosto che un uomo. Helm non è un leader chiaramente dettagliato psicologicamente; è un demone terrificante, omicida e vendicativo, guidato da una giustificazione dubbia. È uno dei personaggi più sfumati delle Appendici del Signore degli Anelli e la clip sembra voler catturare quest’aspetto. Il regno di Rohan è basato sulla cultura anglosassone e i Rohirrim raccontano la storia dei primi inglesi nel Signore degli Anelli. Tolkien ha incanalato il suo amore per questa cultura, la sua poesia e la sua stessa cultura nei Rohirrim, sottolineando quanto fossero profondamente umani rispetto ad altre civiltà o specie. Théoden, Éowyn ed Helm sono tutti eroi imperfetti e migliori per questo. La rabbia omicida di Helm nella sua guerra dunlandiana era al limite della malvagità, cosa che il film è destinato a catturare. Le prime reazioni sono già arrivate e tendono verso giudizi positivi con qualche critica solo per la durata del film. Nell’attesa di poterlo vedere al cinema, scoprite i primi 8 minuti del film.
I progetti futuri
In una recente intervista, Philippa Boyens ha affermato che The War of the Rohirrim era in un certo senso un “tastare il terreno” per decidere se tornare o meno nella Terra di Mezzo. Era assolutamente entusiasta di tornare alla storia e al mondo, ammettendo di essersene “innamorata di nuovo”, in particolare della riscoperta della profondità del genio creativo di Tolkien. Boyens ha anche discusso in termini generali la portata più ampia dell’opera di Tolkien quando ha detto che non ha scritto solo libri, ma un intero mito. Ha aggiunto che dipenderà dal desiderio del pubblico di vedere più opere di Tolkien che saranno adattate per essere trasposte su pellicola. Oltre a The War of the Rohirrim, Boyens, Walsh e Jackson sono anche impegnati nella produzione di un altro film che si intitolerà The Lord of the Rings: The Hunt for Gollum. Il film sarà diretto da Andy Serkis, lo stesso attore che ha interpretato Gollum nella trilogia del Signore degli Anelli. «È incredibilmente emozionante tornare», ha detto Boyens circa il lavoro su questo progetto, affermando, ancora una volta, che Tolkien ha dato un contributo enorme ai film di genere fantasy e che il suo lavoro ha molto di più da offrire.
È uscito anche un video documentario di due minuti che presenta il regista Kenji Kamiyama (Ghost in the Shell: Stand Alone Complex, Blade Runner: Black Lotus), i produttori Philippa Boyens (trilogia Il Signore degli Anelli), Jason DeMarco (SVP Anime & Action, Warner Bros. Animation/Cartoon Network Studios) e Joseph Chou (CEO dello studio di animazione Sola Entertainment), le voci delle star Gaia Wise (Héra) e Laurence Ubong Williams (Fréaláf), che discutono delle sfide creative e delle ricompense dell’adattamento della Terra di Mezzo di Tolkien in un lungometraggio anime. Il documentario include anche un filmato in cui Peter Jackson fa visita alla troupe e addirittura dona una vera e propria spada a Kamiyama.
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Warner Bros
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