Viaggio nei costumi della Terra di Mezzo: Gli Elfi
«[…] in quell’ora si destarono i Figli della Terra, i Primogeniti dell’Ilúvatar. Presso il lago illuminato dalle stelle di Cuiviénen. L’Acqua del risveglio, essi si levarono dal sonno d’Ilúvatar; e, mentre se ne stavano ancora silenziosi presso Cuiviénen, i loro occhi videro per prima cosa le stelle del cielo» (dal Silmarillion). Così nascono gli Elfi, i Primogeniti, i Prediletti d’Ilúvatar, i Quendi (coloro che parlano con voci), infatti furono i primi abitanti della Terra di Mezzo in grado di parlare, detti anche Eldar (Popolo delle Stelle), gli immortali.
Nella mitologia nordica il loro antico nome in norreno è alfr e indica i simboli delle forze dell’aria, del fuoco, della terra e dei fenomeni atmosferici in generale. Sono spiriti capricciosi, talvolta benevoli, talvolta malevoli, ma dotati di una terribile potenza, lentamente sviliti in piccole creature pestifere.
Tornando agli Elfi di Tolkien, si nota come nei suoi libri le descrizioni dei loro abiti sono poco presenti, tranne che in riferimenti come per Arwen: «Sul suo capo era posata una cuffietta di pizzo argenteo ricamata di pietre preziose e scintillanti; ma la veste di un grigio pallido non aveva altro ornamento che una cinta di foglie intrecciate con fili d’argento». (dal Signore degli Anelli). Di Arwen conosciamo, invece, i costumi confezionati per la trilogia cinematografica di Peter Jackson, realizzati con velluti leggeri, sete, passamanerie ricamate ma anche un abito in pelle scamosciata grigia utilizzato nella fuga a cavallo con Frodo verso Rivendell, nell’episodio in cui sono inseguiti dai nove spettri.
Nelle opere di Tolkien
Per quanto riguarda Legolas, la prima descrizione che lo scrittore inglese fa dell’elfo si trova nella Compagnia dell’Anello, dove appare come «uno strano Elfo vestito di verde e nero». Ai piedi porta scarpe leggere che utilizza comodamente in ogni situazione ed avversità: durante la traversata del Passo di Caradhras infatti, si muove rapidamente sul manto nevoso senza patire il freddo e senza lasciare orme, per sottolineare l’etereità di queste creature. Nei tre film l’abbiamo anche visto indossare un vestito in scamosciato nei toni del grigio verde e marrone o qualcosa di più speciale e prezioso in shantung, seta e ricami, come durante l’episodio dell’incoronazione di Aragorn.
Continuando le citazioni sugli abiti degli Elfi che compaiono tra le opere di Tolkien, nel Silmarillion troviamo gli Elfi Verdi, chiamati così proprio a causa del loro abbigliamento, che riprendeva il colore verde delle foreste: i loro abiti erano color delle foglie, quindi erano vestiti di verde in primavera e in estate. Oltre che nel Silmarillion, la storia di Eärendil viene narrata quasi per intero in un canto composto da Bilbo Baggins a Gran Burrone, il regno del figlio di Eärendil, Elrond. In questa occasione Tolkien descrive l’abito del mezz’elfo: «Un’armatura dei re antichi, in maglia di anelli intrecciati; sullo scudo intagliate le rune contro tutti i pericoli e i mali. Un arco di corno di drago, le frecce di ebano duro, d’argento splendente la cinta e il fodero di crisopazio. Valorosa la spada d’acciaio, inflessibile l’elmo orgoglioso sormontato da una piuma d’aquila. Uno smeraldo gli splendea sul petto».
Diversi ma uguali
Gli Elfi da noi conosciuti attraverso la trilogia cinematografica del Signore degli Anelli, possiamo distinguerli nelle diverse culture. Elfi di Lorien: in alcune scene iniziali vediamo i guardiani dei confini del loro regno Caras Galadhon indossare abiti semplici, in seguito portano tessuti in cotone nei colori tra il beige e il nocciola, semplici pantaloni con sopra una tunica e una grande fascia simile a un piccolo mantello. Ma la loro trasformazione avviene proprio nel cuore del regno di Dama Galadriel e di sire Celeborn. La Dama di Lorien, Galadriel è certamente la più splendida e maestosa tra loro, con indosso abiti di tulle ricamato e pizzo bianchi e ricchi di passamanerie, ricami in perline e piccoli cristalli oltre a bellissimi gioielli, una visione veramente magnifica per la «Luminosa» per eccellenza. Non è da meno Celeborn in shantung argento e grigio ricamato, velluti e gioielli.
Gli altri Elfi che compaiono nei tre film appartengono alla stessa cultura: sono Noldor di Valinor che risiedono a Gran Burrone (in Sindarin, Imladris, che significa «Profonda valletta del crepaccio»), conosciuto anche come Forraspaccata (è un calco dall’originale inglese, Rivendell). I loro abiti si distinguono per la ricchezza dei velluti di moltissimi colori, ricamati e non, utilizzati a profusione assieme a sete e shantung. Elrond, signore di Rivendell, sfoggia certamente i costumi più splendidi tra loro: velluti, shantung, sete e ricami. Ma non solo, nel prologo della Compagnia dell’Anello, Elrond indossa anche una bellissima armatura in lamine di ottone con sfumature di verde intrecciate e fascianti il corpo, e cotta di maglia colorata in azzurro. Un’armatura simile si può ammirare indosso a Gil-galad come a tutte le loro armate. Stessa cosa si può dire della bellissima armatura di Haldir e degli Elfi Noldor, inviati da Elrond in soccorso al Fosso di Helm (oso dire da arciera che anche gli archi sono bellissimi), che tra l’altro è una delle licenze che si è concesso Peter Jackson nel secondo film “Le due Torri” in quanto nel libro non ve ne è traccia.
Particolari unici
Gli elfi di entrambi i luoghi indossano anche dei cerchietti preziosi sulla loro testa, questo è descritto anche nel libro La Compagnia dell’Anello quando descrive Elrond con gli occhi di Frodo, che così recita: «Il volto di Elrond non aveva età, non era né vecchio né giovane, eppure recava vivo il ricordo di molte cose tristi e di molte felici. I capelli erano scuri come le ombre del crepuscolo, ed in testa portava un cerchietto d’argento». Nella ricerca dei particolari anche le scarpe e gli stivali hanno il loro ruolo e un loro stile. Ma sempre ricchi in tessuti e ricami o disegni fantasiosi. E pensare che spesso nei film della trilogia non si vedono nemmeno, qualcuno direbbe “che spreco!”, ma se ci pensate bene se per caso la macchina da ripresa inquadrasse i piedi del personaggio e questi indossasse scarpe da ginnastica o comunque di foggia moderna, sarebbe un vero disastro.
Nella nuova produzione di Peter Jackson (come già sappiamo ampiamente da tempo, saranno tre i film dedicati allo Hobbit) ci sono delle piccole anteprime sui nuovi costumi elfici, ecco qui tre foto. Come si vede lo stile è rimasto invariato anche se i costumisti sono cambiati, Il Signore degli Anelli aveva Ngila Dickson, Lo Hobbit ha Ann Maskrey e Richard Taylor della Weta. Ma quello che più importa ai fan dei film di Peter Jackson è che il film soddisfi le loro aspettative, lo sapremo il 13 dicembre prossimo. Comunque nell’immaginario collettivo gli Elfi hanno sempre avuto il compito di far sognare grandi e piccoli, sognare di mondi fantastici ed eterei, esseri immortali che vivono di canti, di racconti, di magia e in simbiosi con la natura. Un mondo che ci piacerebbe conoscere meglio o magari condividere con loro. È un fatto che gli Uomini non possono vedere gli Elfi nel mondo reale, ma molti credono nelle loro esistenza e credono che queste creature divennero evanescenti moltissimo tempo fa e lentamente scomparvero alla nostra vista. Altri credono o si consolano pensando che gli Elfi siano angeli che ci soccorrono e ci guidano nelle vie travagliate di questa vita, sempre pronti ad asciugare lacrime e a condividere anche la loro felicità. Su tutte queste considerazioni, rimane il merito di aver reso più che reali con la sua scrittura immaginifica queste creature immaginarie.
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Daniela Mastroddi
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– Vai alla prima puntata: Abiti della Terra di Mezzo: gli Hobbit
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