È uscito il film di Peter Jackson. E tutti noi lo abbiamo visto. Come nelle migliori famiglie, ci siamo seduti intorno a un tavolo, tra una pinta di birra e una fumata di pipa, ognuno ha detto la sua opinione. Come i Nani con le stoviglia nella casa di Bilbo Baggins, gli entusiasti si sono contrapposti ai contrari per tutto il tempo, dandosele di santa ragione! Come è giusto che sia, riportiamo alcuni dei pareri della serata. Non leggete il resto di quest’articolo se non avete ancora visto il film!
Valentino Russo: Jackson ha superato se stesso!
«Bello, bello, bello. La mia impressione è che Jackson abbia imparato dagli errori commessi nel Sda, e corretto il tiro anche nelle sezioni meno fedeli al libro. Ovviamente, una sola visione non basta. Dunque niente amore melenso, né dialoghi da inno nazionale, ma una infedeltà (non eccessiva) ragionata e studiata alla luce del lavoro di Tolkien. Non era facile dare un respiro epico a un libro che di epico ha poco, se non il finale. PJ c’è riuscito, almeno in questo primo capitolo. Stupefacente la tecnologia degli effetti speciali, divertenti le autocitazioni, convincenti e abbastanza ben caratterizzati i personaggi. Forse direi un Bilbo un po’ troppo stralunato, ma sono dettagli, e comunque Martin Freeman è bravissimo (e chi ha visto Sherlock può confermare). Poi, io detesto Wallace/Elrond, mi sembra sempre che l’agente Smith sia inciampato nell’armadio di vestiti di sua nonna. Invece, Thorin è fantastico: sebbene passerà alla storia come il primo eroe nanico con l’eyeliner, Armitage buca letteralmente lo schermo. Detto questo, per me le scene da ricordare sono ovviamente il megascontro scontro nani-orchi ma anche la scenografia della città dei goblin. Purtroppo, la fuga è inutilmente faraonica: i goblin hanno la stessa predisposizione alla morte dei dodo dell’Era Glaciale. E assolutamente sconsiglio il 3D, inutile se non fastidioso, dimostrazione che la tecnologia fine a se stessa non serve a nulla e che PJ non ama il mezzo. Sinceramente, rispetto all’attesa spasmodica della Compagnia dell’anello, qui ero molto scettico. E invece onore a PJ: questa trilogia può superare la precedente».
Manuel Chiofi: tutte le modifiche sono sensate
«Ammetto di essere stato molto condizionato dalla recente rilettura del romanzo. In alcuni momenti avrei voluto che le scene fossero esattamente come descritte nel libro (dove sono i cappelli colorati dei Nani? E Gandalf che si prende gioco dei Troll? La grotta di Gollum è troppo luminosa…). Ma, mai come in questo caso, l’esigenza di Jackson era diversa. Aveva bisogno di rendere epico un romanzo che non è epico per niente. Certo ci sono pericoli, mostri, goblin, troll, orchi e tutto il resto, ma Tolkien ha scritto una favola per bambini, almeno nella parte iniziale. Jackson la racconta con un tono diverso, dove Thorin è un novello Aragorn, c’è il nemico redivivo, un’antica minaccia si risveglia e così via. E sotto questa forma le scelte risultano sensate. Tre ore circa di film sono passate piacevolmente e senza
troppi cali. E secondo me la scena con Gollum è davvero ottima. Dal punto di vista tecnico. Costumi favolosi. La fotografia buona quasi ovunque, tranne in alcuni punti dove la luce è davvero esagerata (capisco l’effetto “sacro” di Rivendell, ma è quasi accecante). Scelte di regia buone dettate soprattutto dalla presenza del 3D che esige, per essere goduto a pieno, di ampi spazi e soggetti che bucano lo schermo. Il cast mi sembra azzeccato, in particolare Martin Freeman nella parte di Bilbo».
Simona Calavetta: bello, ma è un po’ troppo lungo
«Non so dove piazzarmi! Diciamo che sono tra i favorevoli, sebbene il film non mi abbia del tutto entusiasmato. Non sono affatto fresca di rilettura, quindi le mie perplessità non riguardano la fedeltà al libro. È che come film è un po’ troppo lungo e prolisso e non capisco perché molto spesso i personaggi – soprattutto Gandalf, Galadriel, la “gente che conta”, insomma – parlino come al rallentatore. Non mi dà l’idea di solennità, ma proprio di lentezza. Rivendell nella Compagnia dell’Anello è splendida nelle sue luci autunnali e, leggendo Lo Hobbit, me la sono sempre immaginata romanticamente crepuscolare. Non mi è piaciuto Radagast, che in questo film evidentemente è stato insignito della parte comica che, nella precedente trilogia, era riservata a Gimli. Non mi sono piaciute le troppe scene d’azione, noiosamente ripetitive e forse destinate al 3D. Mi sono piaciuti gli attori, sia la vecchia guardia, sia Bilbo (anche se per me resta la comparsa porno di Love Actually!). Thorin è un po’ troppo Leonida di 300 – anche per apertura mentale, direi – e mi sembra un pochino giovane per il personaggio che rappresenta. Ma, del resto, commercialmente parlando un personaggio vagamente “figo” doveva esserci, non si può aspettare fino al terzo film per Bard. Bella la scena con Gollum, che di per sé è un capolavoro di tecnologia ed espressività. Come sempre, belle le scenografie e anche la musica: il tema dei Nani è davvero evocativo. In generale, un bel film, con delle pecche».
Daniela Mastroddi: più guerrieri che Nani da giardino!
«A me è piaciuto, l’ho guardato con la mente sgombra da prevedibili confronti. Il prologo è stato molto bello, ben raccontato, nei dialoghi e nella voce del vecchio Bilbo fuori campo. Mi sono stupita della fedeltà al libro, con gli opportuni tagli (ad esempio, gli indovinelli ridotti da 8 a 4). Radagast è vero è un tipetto strano e un po’ fumato! Ma mi è simpatico e comunque nel libro è descritto un po’ così: parla più con gli animali e gli alberi che con altri abitanti la Terra di Mezzo. Nelle scene ambientate a Rivendell (non mi sentirete mai pronunciare il nome di Gran Burrone, sono ferocemente contraria a questa traduzione) io mi emoziono, sarà che mi sento elfo dentro! Mi sono persa nei dettagli dei costumi e delle scene. Dei Nani e del loro aspetto ne avevo parlato anche altre volte, sono stati eliminati i cappucci colorati, ma sinceramente ha fatto bene PJ a farli più guerrieri e meno nani da giardino. Bilbo è ben reso da Freeman, anche se la sua faccia assomiglia a quella di Pipino (Billy Boyd), spaventato e coraggioso allo stesso tempo, bellissima la scena con Gollum e la sua pietà che non gli permette di ucciderlo segnando il futuro della Terra di Mezzo. Smaug, che all’inizio si vede solo fuoco
e coda rossa, nel finale compare il naso e un occhio e sembra avere scaglie blu, spero che sia rosso e non blu, il colore dipende dal fatto che è a riposo? Boh! Comunque per me è stato godibile e lo vedrò di nuovo perché a volte mi sono persa molti dettagli e per rivedere i costumi che sono bellissimi! La musica in parte ricorda la trilogia del Signore degli Anelli con il filo conduttore della canzone dei Nani. Howard Shore anche questa volta mi ha convinto anche se nella trilogia ha fatto un vero capolavoro».
Giampaolo Canzonieri: godibile e in certi passaggi fedele
«Certo non manca di difetti: troppo epico (l’inventata battaglia coi troll serve ad “alzare” il livello), troppo accelerato (Bilbo diventa un eroe troppo e troppo presto), troppo Signoredeglianellizzato (Thorin sembra Aragorn e Kili è un Legolas bruno), un po’ “stirato” (i limiti di dover tirar fuori tre film da un libro che è un terzo del Signore degli Anelli si vedono tutti), troppo ligio alle convenzioni (l’inevitabile personaggio comico introdotto a forza: Radagast è un Jar Jar Binks vecchio), un po’ “cinepanettonesco” (i rutti alla cena da Bilbo) e potrei continuare. Tuttavia, ricordandosi sempre che i film americani non li finanzia lo Stato e quindi sono girati per il pubblico e non per il narcisismo del regista, godibile e in certi passaggi molto fedele. La parte iniziale a Bag End è molto graziosa, Bilbo va bene e Gollum è come al solito superlativo. Tutto sommato a me è piaciuto, che alla fine è l’unica recensione che i buoni registi sognano davvero».
Quindi, il giudizio sul film di Peter Jackson è tutto sommato positivo. Ma, dove sono le stroncature??? Se volete leggere la più pesante e irriverente, seguite il link qui sotto!!!
– VAI ALLA RECENSIONE NEGATIVA DELL’ARST
Altre recensioni, più pacate, potete leggerle qui:
– Il film di Peter Jackson, secondo Franco Manni
– Il film di Jackson, secondo Tom Shippey
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se un romanzo non è epico (come dice Chiofi…che infondo però inizia come libro per bambini, poi matura più avanti), perché renderlo tale in un film?
questo forse è l’errore più grande.