Torniamo ad occuparci un un altro tema a noi caro, il genere dei cosiddetti “fanfilm”, quei film fatti dagli appassionati a proprio uso e consumo, senza scopo di lucro e con budget ridottissimi. Il cinema dei fan di J.R.R. Tolkien annovera illustri sconosciuti, ma anche appassionati eccellenti come Peter Jackson. Stavolta, però, c’è un’ulteriore novità: vi presentiamo il primo fan film italiano. In fondo all’articolo è possibile vedere il trailer del cortometraggio indipendente ambientato nella Terza Era di Arda. Il suo titolo è «Diari dalla Terza Era».
Le riprese e la trama del film
«Nelle Terza Era di Arda in male è sopravvissuto nelle Terre del nord…». È questo lo spunto da cui parte il cortometraggio dedicato alle opere di Tolkien. «Diari dalla Terza Era» è una produzione indipendente, senza scopo di lucro, girata nei mesi di aprile e maggio 2013, con un budget di appena 1.400 euro, nelle Marche tra la provincia di Pesaro e la provincia di Ancona. L’uscita è prevista il 5 luglio 2013 e la visione è completamente gratuita. A realizzarlo un gruppo di appassionati riuniti intorno al giovane regista Claudio Ripalti, che a soli 24 anni. Da sempre appassionato di cinema fantasy, Ripalti ha mosso i primi passi della sua carriera filmando video e foto nel settore pubblicitario e «Diari dalla Terza Era» rappresenta il suo debutto con un lavoro cinematografico. «Il nostro film ha come unica finalità la visualizzazione sul web a scopo di intrattenimento» tiene a precisare Ripalti. Il cortometraggio racconta un episodio inedito, liberamente ispirato alla caduta del regno di Angmar del nord nel 1975 della Terza Era. «Ho sentito la necessità di approfondire la figura del Re Stregone, che nel film di Jackson resta ai margini, e ho messo in scena tutto il mondo di Arda provando a non tradire le descrizioni di Tolkien», racconta Ripalti. Nel Silmarillion e nel Signore degli Anelli viene raccontata la sconfitta del Re Stregone di Angmar da parte di un’alleanza creata tra Elfi e Uomini. Il Nazgul riuscì a scappare verso le Montagne Nebbiose ed è da qui che parte la reinterpretazione del regista: nel film, che dura circa 20 minuti, si racconta di un valoroso cavaliere degli Uomini e del viaggio che compie per affrontare il Re Stregone.
L’intervista al regista
Per l’occasione, il regista Claudio Ripalti ci ha rilasciato un’intervista in esclusiva.
Quando e come avete conosciuto le opere di Tolkien?
«Tutti conoscevamo Tolkien e Il Signore degli Anelli sin da piccoli. Le sue letture ci hanno accompagnato dall’adolescenza a oggi, anche se in modo a volte incostante. Il mondo fantasy sembrava aver perso un po’ di significato dopo gli anni dell’adolescenza. La riscoperta è avvenuta da ventenni, quando ci siamo appassionati nuovamente ai
giochi di ruolo, al mondo medioevale e fantasy riscoprendo la bellezza delle scritture di Tolkien e del mondo di Arda».
Raccontateci come è nata l’idea e il vostro gruppo?
«Quando io e Daniela abbiamo avuto l’idea dei “Diari dalla Terza Era” nessuno di noi era mai stato coinvolto in un progetto simile. Non c’era nemmeno un gruppo, perlomeno non a livello cinematografico. Ognuno di noi, però, sapeva fare bene qualcosa, anche se fino ad allora le nostre capacità erano state impiegate in altri campi. Creando questo piccolo “team” abbiamo unito le conoscenze di tutti per uno scopo comune».
Chi ha scritto la storia e la sceneggiatura?
«Daniela ha scritto il soggetto, io la sceneggiatura… Molte delle scene sono state concepite a quarto mani».
Come avete fatto a trovare fondi, attrezzature, costumi e attori?
«Abbiamo scoperto che ci sono due tipologie di attrezzature per girare un film: quelle indispensabili e quelle assolutamente indispensabili. Abbiamo potuto usare solo quelle assolutamente indispensabili, cercando di acquistare le cose migliori ai prezzi più bassi. Si può fare davvero tanto facendo “la spesa” in modo mirato…»
Come avete fatto a girare tutto in così poco tempo?
«Io e Daniela abbiamo cercato di concentrare le scene in meno giorni di riprese possibili. In tutto abbiamo fatto 14 giorni di riprese che comunque sono molti per una produzione indipendente di questo tipo. A dire il vero abbiamo dovuto porre un limite alle scene che volevamo fare, altrimenti avremmo continuato a girare e girare… Ogni giorno ci veniva in mente qualcosa di bello che avremmo voluto mettere. Le idee non mancavano insomma!».
Come avete scelto le location? Le conoscevate già?
«È stata la parte più facile! Le location le tenevamo d’occhio da un po’, visto che erano tutte qui intorno a noi». I paesaggi delle Marche hanno fornito luoghi perfett per le riprese, come il Castello di Piandimeleto, il monte Catria, il monte Acuto, il Parco delle Cesane di Urbino e la suggestiva Gola del Furlo. «In alcuni casi è stata necessaria l’aggiunta di un’elaborazione in computer grafica per rendere ancora più credibili sfondi e panorami», aggiunge il regista.
Quanto la storia è fedele agli scritti di Tolkien?
«Dal punto di vista narrativo c’è una parte del film in cui si riprendono fedelmente gli eventi narrati da Tolkien; i luoghi, i personaggi e le vicende di questa parte sono descritti nel Silmarillion e nel Signore degli Anelli. Da un certo punto in poi subentra la nostra reinterpretazione. Il carattere della vicenda liberamente ispirata è simile per alcuni aspetti al Signore degli Anelli, in particolar modo per il “tema romantico”, dove i personaggi cercano di andare oltre le proprie possibilità e si confrontano con qualcosa più grande di loro; poi il viaggio; il coraggio; la speranza; le virtù degli uomini… Tutto questo con una sorta di velatura “dark” che caratterizza il film e, in particolar modo, i personaggi. La nostra libera ispirazione è derivata da un sentimento di infinità del mondo di Tolkien: se penso ad Arda mi immagino un estensione illimitata di storie e vicende che si aggregano e prendono parte a quelle già descritte dall’autore. Chissà quanti altri personaggi potrebbero esistere, ognuno con il suo piccolo episodio da raccontare. Se penso al mondo di Tolkien penso a un mondo incredibilmente infinito, e per quanto le sue opere siano
straordinariamente complesse ed elaborate per ognuno dei vari profili descritti sarebbe limitativo non lasciare che la fantasia e l’immaginario di ognuno di noi possano dar luogo ad altre storie e personaggi dello stesso universo. Personalmente ritengo che questo sia il dono più grande della lettura di Tolkien».
Come pensate di diffondere l’iniziativa?
«Il nostro progetto verràe diffuso in particolar modo su internet grazie ai vari canali di streaming video come Youtube e Vimeo, sulla pagina ufficiale Facebook e sui forum degli appassionati. Incoraggiamo chiunque a diffondere il nostro cortometraggio con la condivisione e il passaparola. Essendo una storia comprensibile anche per chi non conosce le opere di Tolkien può raggiungere un pubblico più vasto».
Avete già qualche appuntamento fissato?
«Oltre ad essere vostri ospiti in autunno, abbiamo intenzione di partecipare a dei festival di cinema indipendente sparsi per l’Italia ed all’estero».
Avete in mente altri progetti cinematografici?
«Questo è top secret!!!»
Volete aggiungere qualcosa?
«Facendo delle ricerche sul web a proposito di Tolkien spesso ci si ritrova sul sito dell’ArsT. È stupendo che esistano dei punti di riferimento così approfonditi anche in Italia. Vi invitiamo a proseguire con la stessa passione e dedizione che vi ha reso il punto di riferimento su Tolkien in Italia».
Il trailer italiano è già online, al seguente indirizzo Youtube. Il film uscirà il 5 luglio 2013 su Vimeo, Youtube e la pagina Facebook
Informazioni di base
Diretto da Claudio Ripalti
Scritto da Claudio Ripalti e Daniela Cancellieri
Sceneggiatura di Claudio Ripalti, Daniela Cancellieri
Produttore Claudio Ripalti, Daniela Cancellieri
Musiche di Enrico Ripalti
Costumi di Daniela Cancellieri
Casting Daniela Cancellieri con Alessandro Gabbianelli e Gualtiero Stipa
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– Vai alla pagina Facebook dei Diari della Terza Era
– Vai alla pagina Youtube dei Diari della Terza Era
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Da apprezzare sicuramente l’umiltà di fare una sceneggiatura ‘con i piedi per terra’, senza puntare troppo in alto. Cosi facendo sono riusciti a girare un ben più che dignitoso cortometraggio. Qulche invenzione in più (colpi di scena o simili), una più piena credenza secondaria, degli attori un po’ più credibili avrebbero contribuito ad una riuscita più sorprendente. Ovviamente non ho nessun titolo per giudicare oltre il mio ruolo di semplice spettatore neppure troppo esperto.