Si è conclusa nel migliore dei modi la 44esima edizione della Mythcon, la conferenza annuale della Mythopoeic Society, (la Tolkien Society negli Usa) che si svolge solitamente in campus universitario a fine luglio o inizio agosto. Quest’anno come annunciato qui e qui, si è svolta nel Michigan, presso la Michigan State University. Ogni conferenza è costruito attorno a un tema legato agli studi sugli Inklings o alla letteratura fantastica. Ogni anno sono ospiti d’onore un autore e uno studioso di questi argomenti. Conferenze, tavole rotonde, reading, spettacoli teatrali, una mostra d’arte, un mercatino di libri e oggetti vari, e altre attività riempiono i quattro giorni di manifestazione. Uno degli eventi clou è il banchetto, la cena ufficiale che si svolge l’ultima sera, dopo la quale vengono premiati i vincitori dei Mythopoeic Award. Vogliamo, però, partire subito dalla notizia più attesa: Verlyn Flieger ha vinto il premio della critica! Verlyn ottiene così il suo terzo riconoscimento per uno studio dedicato a Tolkien. Abbiamo parlato qui dell’antologia dei suoi saggi Green Suns and Faërie: Essays on J.R.R. Tolkien. Per festeggiarla, presentiamo un piccolo reportage della Mythcon scritto da Chris F. Cooper: un noto autore di storie a fumetti per la casa Marvel (qui la sua produzione), affetto dalla sindrome delle gambe senza riposo, a causa del morso di insetto patogeno in Sud America.
Primo giorno
«Cercate gente che esplora la creazione del mito e la fantasia? Dovete provare la Mythopoeic Society, che ha appena tenuto la sua riunione annuale, la Mythcon, un fertile mix di studio e divertimento. Molto curioso di sapere come poteva essere un simile incontro, ho deciso andare al convegno e riferire… Prima di tutto, i partecipanti sono molto amichevoli: sono stato accolto da un professoressa di inglese della Nova Scotia prima ancora di aver raggiunto il campus della Michigan State a East Lansing. Anche se i partecipanti sono prevalentemente bianchi, non ho sentito alcun senso d’esclusione. Le persone con disabilità si mescolano facilmente agli altri, inoltre la fascia d’età è un po’ più alta rispetto a manifestazioni simili, ed è comprensibile visto che la folla è disseminata di tanti
studiosi affermati. La società si concentra sulle opere di J.R.R. Tolkien – autore del Signore degli Anelli, maestro di tutti i creatori di miti – e dei suoi contemporanei, senza trascurare altre autori di letteratura fantastica di spessore. Per esempio, la presentazione che mi è piaciuta di più di questo primo giorno è stata quella su “Witches in the Wild: Old Women on the Boundaries” tenuta da di Vicki Ronn, una professoressa alla Friends University di Wichita (Kansas), che si è occupata della rappresentazione delle donne anziane nella letteratura fantastica, compiendo anche dottorato alla Texas Tech University (la sua dissertazione riempie 235 pagine). L’intervento è stato dedicato proprio a questo tema ed è stato illuminante perché esplorava le origini economiche e misogine dell’archetipo storico e letterario della «vecchia strega malvagia del bosco» e ha anche evidenziato come questo stereotipo persista e si sia evoluto nella letteratura fantastica attuale. Ma la parte migliore della Mythcon è arrivata all’ultimo. Avevo letto che la sera ci sarebbe stato un “Circle Bardic”, e speravo in uno scambio coinvolgente di storie lette intorno al fuoco, ma si è trasformato in molto di più. Nella modesta suite dell’albergo ha preso vita uno spettacolo originale, ognuno faceva quel che si sentiva: alcuni hanno cantato una canzone con una voce inaspettatamente bella, altri hanno letto un brano da un loro lavoro, mentre altri ancora hanno recitato una poesia famosa e da loro preferita. Con onestà e fiducia, tutti in quella stanza hanno portato qualcosa che significava molto per loro. Sono entrato in quella stanza esausto da una lunga giornata di viaggio e di discussioni stimolanti; l’ho lasciata pieno d’ispirazione». Altre conferenze notevoli: J.R.R. Tolkien, Fanfiction, and “The Freedom of the Reader’ (Megan Abrahamson), Tolkien Memes: Crowdsourced Literary Criticism (Michelle Markey Butler), Nature as Messenger and Medium in Tolkien’s Middle-earth (Gwenyth E. Hood), Concerning Hobbits: Tolkien and the Trauma of England’s 19th/20th Century Transition (Ryan W. Smith).
Secondo giorno
«Questo è il motivo per cui si dovrebbe andare alla Mythcon: perché quando meno te lo aspetti, qualcuno ti darà una visione che cambierà il tuo lavoro, aprirà una porta, scuoterà il tuo punto di vista sulle cose. Per me quel momento è giunto intorno alle 11:25 del mattino. Ricordate di quel professoressa di inglese dalla Nova Scotia di cui ho detto ieri? Ho scoperto che si tratta di Anna Smol che ha presentato un discorso sullo “stile pittorico di Tolkien” (Tolkien’s Painterly Style: Landscapes in The Lord of the Rings) che ha chiaramente delineato le tecniche che caratterizzano la prosa del maestro creatore di miti con un taglio una spanna sopra tutti gli altri interventi. Quando lei ha contrapposto un brano di Tolkien con la descrizione di un paesaggio con un altro
scelto a caso da un altro autore, è stato come se il paraocchi fosse sollevato dai miei occhi. Ho potuto non solo vedere come poter migliorare la mia scrittura con un ciò che una scelta attenta delle parole, ma, oso dire, mi è stato consegnato il diapason con cui fare l’orecchio assoluto. Un regalo davvero raro! Un altro regalo è arrivato dall’analisi approfondita che Verlyn Flieger ha fatto degli spiriti degli alberi nel Signore degli Anelli (How Forests Behave – Or Do They?). Ho voluto modo di parlarci per un po’ e non mi ha deluso: Verlyn Flieger: il suo approccio alle tematiche mitiche è penetrante come suggerisce il suo curriculum. ha fatto degli spiriti degli alberi nel Signore degli Anelli (How Forests Behave – Or Do They?). Questo evidenzia un altro bonus notevole della Mythcon: le sue dimensioni relativamente piccole rendono possibile un incontro diretto con i relatori e non si può fare a meno di avere un contatto personale con gli studiosi e gli ospiti d’onore. Queste persone sanno il fatto loro a un livello quasi subatomico di dettaglio (al Circolo Bardico di questa sera, un linguista ha snocciolato una poesia di Tolkien prima in Antico inglese, poi in Medio inglese, infine in inglese moderno, così abbiamo potuto confrontare l’evoluzione del linguaggio!), una cultura che potrebbe mettere in soggezione chiunque, tranne per il fatto che puoi aver preso con loro un gelato durante la convegno, e sono tutti così, senza pretese e dannatamente amichevoli. Non ogni relazione incontrerà i vostri interessi e, talvolta, può essere difficile dire quali presentazioni saranno quelle più interessanti per voi. Ma c’è un buon livello di qualità – e divertimento (la presentazione su Buffy the Vampire Slayer, è per chiunque? Oppure una performance di una band di violinisti scatenati?) – per assicurare a tutti voi una soddisfazione che vi sorprenderà». Altre conferenze notevoli: Westmansweed to Old Toby: The Economic and Cultural Herblore of Pipe-weed in Tolkien’s The Lord of the Rings (David Oberhelman), Thinking of Gardening: How Sam’s Profession Cultivates his Role in The Lord of the Rings (Eleanor Simpson), “A Wind of Power”: Manifestation of Spirits as Breath and Wind in Middle-earth (Carl F. Hostetter), “Where now the horse and rider?”: Rohan and the Defense of Home (Andrew Hallam), Good Plain Food: Diet and Virtue in the Fantasies of Tolkien and Lewis (Kris Swank), Giving Evil a Name: Buffy’s Glory, Angel’s Jasmine, and the Limiting (and Limited) Magic of Names (Janet Brennan Croft).
Terzo giorno
È il terzo giorno della Mythcon e sto per prendere il congedo. Non che non voglia stare ancora in questo raduno di studiosi e appassionati di Tolkien e della mitopoiesi, ma perché il mio corpo è sull’orlo del collasso per mancanza di sonno. Alzarsi per gli interventi della mattina e stare alzati fino a tardi per il Circolo Bardico va oltre le mie possibilità fisiche. In qualche modo sono riuscito a svegliarmi per le
conferenze del mattino di oggi: due giocosi, esami molto particolari di Tolkien da angolazioni che non avevo mai sognato (L’uso della retorica nel Concilio di Elrond e gli Elementi francesi nell’Elfico di Tolkien), e un dotto e penetrante studio sulle basi mitiche dei romanzi fantasy di E.R. Eddison. La mattinata è stato completata dall’intervento coinvolgente ed estremamente informativo della scrittrice fantasy Franny Billingsley, dal tema Il mestiere dello scrittore: la creazione di un sogno finzionale, uno sguardo dall’interno sulla propria scrittura narrativa. Dopo pranzo, ho avuto il piacere singolare di ascoltare un altro autore fantasy, Saladin Ahmed, leggere un brano dal suo lavoro. Avevo aspettato con ansia la sua lettura da quando avevo visto il programma del convegno, dal momento che il suo mondo di fantasia a tema e prospettiva musulmana/araba aggiungere una tonalità diversa al Medioevo europeo. Purtroppo, l’eccessivo caldo e la presenza con un’altra presentazione simultanea ha portato scarsa partecipazione alla lettura significava di Ahmed. Quelli di noi che erano lì hanno fatto l’affare migliore, sospetto! E poi il mio corpo ha detto stop. La tesi di Roger Echo-Hawk che Tolkien abbia attirato non solo dalla mitologia del Nord Europa, ma anche dal mito dei pellerossa Pawnee era intrigante, anche se rimango scettico, dal momento che così tanti temi e archetipi simili sorgono in modo indipendente nelle mitologie di culture lontane che non hanno mai auto contatti; alcune immagini mitiche sembrano coincidere semplicemente perché siamo umani. Ma non posso fare una critica in modo giusto, dal momento che la maggior parte di quello che ha detto mi è giunta solo attraverso la foschia semicosciente del mio sonno. Questo è stato un chiaro segno, se mai ce ne fosse stato bisogno. Così ho dovuto prendere una pausa, e mi scuserete, facendo un pisolino per riuscire a essere fresco per i festeggiamenti che si sono tenuti la sera: il banchetto, i premi e il divertimento serale (compresa la sfilata in maschera!) e, naturalmente, il Circolo Bardico. Ho perso un po’, ma ho anche guadagnato tanto!».
Alla consegna dei premi, la più sorpresa era proprio Verlyn Flieger: «La mia totale sorpresa nel ricevere questo premio mi ha letteralmente lasciato senza parole. Devo aver detto qualcosa oltre a “Grazie”, ma questo è tutto quello che ricordo. Cercherò di far meglio ora». Ecco la sua decorazione: «Questo premio significa molto. Significa l’approvazione da parte dei miei colleghi nel campo in cui ho passato la mia vita professionale. Il premio pone sul mio lavoro il timbro d’approvazione da parte di persone che sanno di cosa sto parlando. Così mi mette in una compagnia piuttosto illustre. Più di tutto, mi dà uno stimolo in più per continuare. La statuetta con il leone è seduta sulla mia scrivania mentre scrivo, fa da fermalibri ai miei libri di Tolkien che leggo più spesso, e mi guarda con benevolenza, ma anche con severità, come per dire: «Sì, sì. Quel che hai fatto è buono e giusto. Ma, cosa hai intenzione di fare ora». Lui è un ricordo del fatto che il lavoro non è mai finito: c’è sempre qualcosa in più da scoprire su Tolkien».
Altre conferenze notevoli: Heretical Tolkien?: Dualism and World-hating in Middle-earth (Scott Vander Ploeg), “Fey he seemed, or…” : A Comparison of Narrative Ambiguity in The Hobbit, The Lord of the Rings, and The Silmarillion (
Christopher “Chip” Crane), Writing The Art of The Hobbit (Wayne G. Hammond e Christina Scull), Exposing the Great Decisions: Tolkien’s Use of Rhetoric in The Lord of the Rings’ “The Council of Elrond” (Stephen Boeding), French Elements in Tolkien’s Elvish (Eileen Moore), Artemis at Ragnarok: E.R. Eddison’s Queen Antiope (Joseph Young), There and Back Again: A Musical Journey in Middle-earth (Meghan M. Naxer), A Linguistic Exploration through Tolkien’s Earliest Landscapes (Andrew Higgins), Tolkien’s Visit to Vinland (Roger Echo-Hawk), Teaching Tolkien: A Classroom Journey Through Middle-earth (Holly Rodgers), The Influence of St. Thomas Aquinas’ Natural Law on Tolkien’s Metaphysics (Isabelle Guy), Healthy Creation and Fecund Procreation in Middle-earth: The Relationship Between “the Birds and the Bees” and the Eldest of Trees (Steven Wissler).
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Considerazioni finali
«Nel caso in cui pensaste che la Mythcon sia tutta roba per teste d’uovo erudite, vi sbagliate di grosso. Ci sono stati molti momenti decisamente stupidi! La cosa forte è che molti sono già previsti nel programma (la premiazione, la sfilata), mentre altri sono veramente spontanei e lasciati al caso.
Eccoli:
- Ho imparato al banchetto che alla Mythcon si può giocare con il cibo. Più di questo non posso dirvi, bisogna provarlo.
- Sfilata in maschera! I costumi dei personaggi sulle tue opere preferite di fantasia sono sfilati tutti sul palco. Tutti vincono, e la premiazione con i titoli abilmente formulati è forse più divertente dei costumi stessi.
- La band improvvisata Where Did Our Ringo sings, lo spettacolo dei Not-Ready-for-Mythcon Players che eseguivano Watership Downton Abbey, i campioni dello sport estremo noto come Golfimbul (non chiedete!) preannunciati dal suono dei kazoo, la poesia piccante recitata, …
Si ottiene solo un’idea di quel che vi aspetta, ma bisogna viverla per godersela tutta. Dopo un fine settimana insieme, regna il cameratismo, riassunto in un giro di canzoni fatte da tutto il gruppo, che a quanto pare è il modo in cui ogni convegno Mythcon trova la sua degna conclusione. Esplorare la creazione del mito può essere lavoro solitario, non è un campo di diffuso apprezzamento. L’annuale convegno della Mythcon vi accoglie calorosamente in una società di amici che riconoscono la maestà della mitopoiesi, motivo sufficiente per essere presente e augurarle un successo travolgente».
Ecco tutti i vincitori dei Mythopoeic Award 2013:
- Mythopoeic Fantasy Award for Adult Literature
Ursula Vernon, Digger, vols. 1-6 (Sofawolf Press) - Mythopoeic Fantasy Award for Children’s Literature
Sarah Beth Durst, Vessel (Margaret K. McElderry) - Mythopoeic Scholarship Award in Myth and Fantasy Studies
Nancy Marie
Brown, Song of the Vikings: Snorri and the Making of Norse Myths (Palgrave Macmillan, 2012) - Mythopoeic Scholarship Award in Inklings Studies
Verlyn Flieger, Green Suns and Faërie (Kent State Univ. Press, 2012)
Articolo precedenti:
– Vai al Tra studio e goliardia si apre la Mythcon 44
– Vai al La collezione di Verlyn
– Vai al Tre call for papers su Tolkien dagli Usa
Link:
– Vai al Blog di Chris F. Cooper
– Vai al sito della Mythopoeic Society
– Scarica il programma della Mythcon 44
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