Lingue, esce il n. 23 di Parma Eldalamberon

Lingue ElficheDopo anni di attesa, viene pubblicato un nuovo numero di Parma Eldalamberon, la storica rivista che da più di cinquant’anni, seppur con periodicità irregolare, tratta di linguistica elfica. Essa rappresenta, con la “sorella” Vinyar Tengwar, il più importante  punto di riferimento nel campo delle lingue inventate da J.R.R. Tolkien. Per chi non la conoscesse, va aggiunto che Parma Eldalamberon non è una rivista per tutti: l’approccio professionale alle lingue inventate, di livello paragonabile a quello delle riviste di settore dedicate alle lingue reali, richiede infatti una certa base di conoscenza oltre che la semplice passione.

Lo Hobbit tradotto e pubblicato in romancio

Lo Hobbit in romancioLa passione dei lettori di J.R.R. Tolkien può rendere realizzabile l’impossibile. Ed ecco che si accumulano i progetti andati a buon fine grazie al crowdfunding, un altro modo per chiamare la colletta fatta digitalmente da tutti gli amanti delle opere del professore di Oxford per vedere molti sogni realizzarsi. Era già successo all’inizio dell’anno con la Cina, è accaduto ora con la Svizzera. Grazie a un crowdfunding Lo Hobbit di Tolkien è stato tradotto in sursilvano, uno dei cinque dialetti in cui si divide il romancio in Svizzera. La traduzione in sursilvano è un risultato notevole poiché questo dialetto della lingua romanza non è molto comune. Si tratta della novantesima lingua in cui Lo Hobbit è stato tradotto e di una delle più grandi traduzioni in romancio mai realizzate. Appena uscito in stampa, Lo Hobbit è pubblicato in romancio in un’edizione di alta qualità e costa 35 franchi.

Dal 15 al 17 maggio a Parma le lingue di Tolkien

Cop-ParmaL’ateneo di Parma, che già da alcuni anni si distingue per il suo interesse nei confronti delle lingue costruite da Tolkien. Dopo dopo la prima lezione tenuta nel 2016 da Roberto Arduini, dopo il convegno del 2017 Tolkien linguista e glottopoieta e gli incontri del settembre 2018, del marzo 2019 e del settembre 2022, torna a proporre questo mese un nuovo appuntamento culturale imperdibile per tutti i tolkieniani amanti di lingue elfiche e non solo. Letteralmente forti. Churchill, Orwell, Tolkien e la forza delle parole, tra imperi, neolingue e politically correct è il titolo della “tre giorni” di incontri on line in programma per lunedì 15, martedì 16 e mercoledì 17 maggio 2023.

La Wela si presenta con una mostra a Dozza

Wela - lingue elficheLa World Elvish Language Association (WELA) è un’associazione che si dedica allo studio e al progresso delle lingue elfiche. La sua missione è promuovere un approccio serio agli scritti di J.R.R. Tolkien e allo stesso tempo difendere e preservare lo stato attuale delle conoscenze, in attesa che vengano resi disponibili tutti gli scritti dell’autore ancora inediti. Ed ora è pronta a presentarsi al pubblico italiano.

Lingue costruite a Parma: c’è anche Tolkien

Università Parma D'AzeglioL’ateneo di Parma, che già da alcuni anni si distingue per il suo interesse nei confronti delle lingue costruite da Tolkien, torna a proporre questo mese un nuovo appuntamento culturale imperdibile per tutti i tolkieniani amanti di elfico e non solo: il 13 marzo, dalle 15:30 alle 17:00, presso la sezione di anglistica del Dipartimento delle Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali si terrà l’incontro From J.R.R. Tolkien and Anthony Burgess to Star Wars: Translating Artificial Languages, tenuto dalla professoressa Michela Canepari. Non solo Tolkien quindi, ma anche altri grandi autori e il mondo del cinema, focalizzando su una delle saghe cinematografiche di maggior successo, ma non solo. Il seminario avrà luogo nell’Aula Miazzi/Magna del plesso dell’Area di Lingue e Letterature del Dipartimento DUSIC, nel viale San Michele 9.
L’ingresso è aperto a tutti.

Le lingue di Tolkien di nuovo a Parma

Università di ParmaSquadra vincente non si cambia. Così Tolkien è tornato tra i banchi dell’Università di Parma anche quest’anno, dopo il convegno dello scorso anno, Tolkien linguista e glottopoieta, che aveva visto riuniti nell’Ateneo emiliano studiosi italiani e d’Oltralpe per discutere del “vizio segreto” del Professore, quello per le lingue inventate e non. La collaborazione tra l’Università di Parma e l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani si rinnova così per il terzo anno, dopo la prima lezione tenuta nel 2016 da Roberto Arduini nell’ambito del corso di Linguistica generale del professor Davide Astori. Ma questa volta niente grandi simposi di intellettuali, abbiamo deciso di tornare a coltivare ciò che ci sta più a cuore: il dialogo diretto con gli studenti. Come sempre, però, non a discapito della qualità: ospite d’onore di quest’edizione, infatti, è stato Edouard Kloczko, linguista francese tra i massimi esperti al mondo delle lingue artificiali di Tolkien. Ancora una volta tutto ciò è stato possibile grazie all’ospitalità del professor Davide Astori, docente di Linguistica generale ed esperantista dell’Ateneo parmigiano, e al lavoro di Roberto Arduini ed Elisa Sicuri, rispettivamente presidente e socia AIST. La lezione dal Università di Parma 24-9-2018titolo Constructed Languages, the case of J. R. R. Tolkien, tenutasi lunedì 24 settembre nell’aula K4 del Plesso di Lettere in via d’Azeglio, ha visto la nutrita partecipazione (ben 120 studenti!) di matricole provenienti dai corsi di laurea triennale in Lettere e Comunicazione e media contemporanei. Si è parlato di costruzione di mondi secondari e del ruolo delle lingue artificiali in questa mitopoeia, dei vari espedienti di Tolkien per dare maggiore veridicità alla sua creazione, dei complessi processi che hanno portato alla costruzione non di una ma plurime lingue e dialetti per i popoli di Arda, delle tormentate riscritture di materiali di lavoro ancora inediti e, infine, di quanto le lingue delle Terra di Mezzo abbiano in comune con le lingue naturali. Ma la lezione all’Università non è stato un unicum isolato. Le lingue di Tolkien, infatti, hanno avuto ampio spazio anche nel weekend immediatamente precedente (22-23 settembre) a Dozza, sui colli bolognesi, a Fantastika, la Biennale d’arte del fantastico, dove hanno trovato ampio seguito altri workshop e conferenze di Edouard Kloczko. Il fulcro delle “attività linguistiche” è stato il Centro Studi – la Tana del Drago appena inaugurato, che nel prossimo futuro diventerà un punto di riferimento imprescindibile non solo per tutte le attività culturali che ruotano attorno alle opere del Professore, ma anche per parlare di lingue elfiche a tutti i livelli. Che si tratti di capire cosa abbia spinto un semplice filologo a costruire un intero mondo per dare dimora alle proprie creazioni linguistiche (che non si limitano certo ai cinematograficamente noti quenya e sindarin! La questione è molto più complessa…) a questioni grammaticali più tecniche, le lingue elfiche, come l’intera opera tolkieniana, sono e devono rimanere patrimonio di tutti e non competenza esclusiva di pochi appassionati e luminari. Proprio per questo l’Associazione Università di Parma 24-9-2018, 2Italiana Studi Tolkieniani va fiera della propria ormai consolidata collaborazione con l’Università di Parma, che permette di aprire tavoli di discussione di alto livello accademico, ma allo stesso tempo di instaurare un dialogo diretto con gli studenti che in questo modo hanno occasione di conoscere più da vicino sia la nostra realtà associativa che l’ambiente che ruota intorno agli studi tolkieniani in Italia, con luci e ombre. Allo stesso tempo grandi soddisfazioni ci hanno riservato tutti coloro che a Fantastika sono venuti a sentire parlare di lingue elfiche, persone di ogni età, provenienti da tutta Italia e con background culturali e personali diversissimi. Ma la cosa bella è proprio questa: a distanza di anni Tolkien continua a unire persone. Anche un argomento tra quelli più di nicchia come possono essere le lingue riesce a farlo, nonostante le aspettative. E si creano domande, dibattiti, scambi di contatti, materiali e (come potrebbero mancare?) libri. L’Emilia Romagna è sicuramente un territorio che, in termini “tolkieniani”, è riuscito a crescere moltissimo negli ultimi anni e credo di non sbagliare nel ricercare una delle cause di questo successo anche nella varietà di proposte culturali e, cosa più importante di tutte, nella capacità di far rete, qualità spesso carente negli ambienti tolkieniani italiani. L’Università di Parma, l’Istituto Filosofico di Studi Tomistici con Claudio Testi e i suoi Tolkien Lab, lo smial Overhill a Bologna, Ivan Cavini e Fantastika a Dozza (e da ora anche il Tana del DragoCentro Studi) più una costellazione di soci volenterosi e connessi da forti legami di amicizia… tutto ciò ha contribuito a rendere l’Emilia un terreno florido per Tolkien e i suoi appassionati. A qualunque livello: che si voglia parlare di pubblicazioni accademiche, di divulgazione, di arte, di giochi da tavolo o del semplice piacere di stare insieme. Le lingue elfiche e Tolkien all’Università di Parma (e tutti ben sappiamo quanto sia difficile parlare di Tolkien nell’Università italiana…) quindi sono solo l’ultimo esempio di ciò che una piccola compagnia di hobbit è in grado di fare quando sceglie di lasciare per un attimo le comodità della Contea e mettersi in cammino per le Terre Selvagge per compiere grandi imprese.

Elisa Sicuri

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo “Tolkien linguista”: il resoconto del convegno di Parma
– Leggi l’articolo Parma e Trento: ecco i programmi dei convegni!
– Leggi l’articolo Tolkien all’università: le lingue elfiche a Parma
– Leggi l’articolo Cosa sta succedendo alle lingue elfiche?
– Leggi l’articolo L’AIST a Liège – 1: i corsi di lingua elfica
– Leggi l’articolo A FantastikA le lingue elfiche: iscriviti subito!
– Leggi l’articolo Fantastika, programma del 22 e 23 settembre

LINK ESTERNI:
– Vai alla pagina facebook Centro Studi – la Tana del Drago
– Vai al sito ufficiale di Fantastika
– Vai al sito dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici
– Vai alla pagina facebook dello smial Overhill, i Sopracolle – Tolkieniani a Bologna

.


L’AIST a Liège – 1: i corsi di lingua elfica

Belgio: LiegiLe città che più facilmente vengono associate a Tolkien sono Oxford e Leeds, dove fu professore, oppure Birmingham pensando alla sua infanzia; se si guarda oltre i confini del Regno Unito si pensa a Marquette (a Milwaukee, negli Usa), la cui università ospita nei propri archivi la seconda raccolta di manoscritti tolkieniani (in ordine di grandezza). Esiste però una terza università a conservare una collezione di scritti vergati dalla mano del Professore: si tratta dell’Università di Liège (nota agli italiani come Liegi), città belga situata nella Vallonia.
Priscilla e Simonne d'ArdenneFondata nel 1817, l’Università di Liège conferì un dottorato onorario in letteratura e filosofia a Tolkien il 2 ottobre del 1954, su proposta di Simonne d’Ardenne. Studentessa dell’Oxford English School dal febbraio 1932, Tolkien fu il supervisore della tesi di Simonne (Liflade ant te Passiun of Seinte Iuliene), ma i legami che la studiosa belga strinse col Professore e la sua famiglia divennero presto molto più stretti: dall’ottobre di quello stesso anno Simonne si trasferì a casa Tolkien al 20 di Northmoor Road. Quando l’anno seguente fece ritorno in Belgio, intraprese il dottorato presso l’Università di Liège diventando infine professoressa di grammatica comparata nel 1938 e professoressa emerita nel 1970. Durante la sua vita Simonne mantenne una corrispondenza e collaborò accademicamente con Tolkien e fu per i suoi figli una sorta di “zia non ufficiale”.
Nel maggio 1992 Liège ha ricordato il Professore con una mostra, J. R. R. Tolkien. The Luf so short, the Craft so long to lerne, dove sono stati esposti non solo gli scritti e i libri conservati nell’archivio dell’università belga, lasciti della professoressa d’Ardenne, ma anche pezzi provenienti da collezioni private e manoscritti da Marquette (parlando di mostre, ricordiamo che la Bodleian Library proprio questa estate ospiterà la più grande mostra dedicata a Tolkien degli ultimi vent’anni).
Edouard KloczkoL’università belga ha già mostrato in passato un profondo interesse per le lingue create dal Professore, con corsi tenuti dallo studioso Édouard Kloczko a Bruxelles nel 2013 e nel 2015, così quando sono stati annunciati i corsi di elfico che si sarebbero tenuti a Liège quest’anno, martedì 13 e mercoledì 14 marzo, e la nostra socia Valérie Morisi ha ricevuto l’invito da parte del linguista Kloczko a prendervi parte e a visitare gli archivi dell’università per esaminare coi propri occhi i piccoli tesori che esso ospita, non è rimasto che partire per questa insolita meta tolkieniana e portare l’AIST oltralpe.

A Modena Tolkien e le lingue perdute

Studiosi: Elisa SicuriGiovedì 22 marzo vi attende il secondo dei TolkienLab primaverili che avevamo annunciato a gennaio: dopo il primo incontro tenutosi giovedì 25 gennaio, Tolkien: Traduzioni, Tradizioni, Tradimenti, a marzo Elisa Sicuri parlerà di Tolkien in relazione ad una lingua a cui difficilmente lo si associa, ovvero il sanscrito.
I TolkienLab sono organizzati dall’AIST assieme all’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e sono uno spazio condiviso dalle due associazioni dedicato allo studio delle opere del professore oxoniense, supervisionato da Claudio Testi (vicepresidente AIST e presidente dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici).
Come per ogni TolkienLab il luogo di ritrovo è la sede dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici, in Strada San Cataldo 97 a Modena.
L’ingresso è gratuito.
Seguite tutti gli aggiornamenti sulla pagina facebook dell’evento “Tolkien e le lingue perdute”.

Cosa sta succedendo alle lingue elfiche?

Edouard KloczkoRiceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo sullo stato degli studi linguistici delle lingue elfiche, scritto da Edouard Kloczko. L’autore, nato a L’viv (Leopoli) in Ucraina il 22 agosto 1963, è un linguista, traduttore e saggista. Ex-allievo dell’EPHE (École pratique des hautes études) e diplomato presso l’INALCO (Institut national des langues et civilisations orientales), tra le sue opere più importanti vanno ricordati i due libri sulle lingue artificiali di J.R.R. Tolkien. Kloczko è anche il fondatore della Facoltà di studi elfici che è stata attiva dal 1985 al 1993. «Mi sono avvicinato al mondo della Terra di Mezzo nel 1978», ricorda il linguista sul suo sito web: «Nel 2008 ho pubblicato L’Encyclopédie des Elfes (per la casa editrice Pré aux Clercs) e nel 2010 Le Monde Magique de Tolkien (per la casa editrice Auzou)». In Italia conosciamo i suoi libri grazie a Tre Editori, che ha pubblicato nel 2002 i due primi (e attualmente unici) volumi della sua “Enciclopedia illustrata della Terra di Mezzo”: : Lingue elfiche. Quenya e Lindarin e Lingue degli Hobbit, dei Nani e degli Orchi. Frutto di una ricerca durata diversi anni, i volumi comprendono storie, dizionari, grammatiche, immagini e mappe sulle diverse lingue attraverso le Ere della Terra di Mezzo, non si tratta di semplici idiomi ‘inventati’ ma di vere e proprie comunità linguistiche da scoprire. «Le mie due opere enciclopediche su linguaggi immaginari di Tolkien», spiega il linguista, «sono stati pubblicati rispettivamente nel 1995 e nel 2002». Proprio come un Richard F. Burton, famoso esploratore inglese, scopritore dei Grandi Laghi in Africa e traduttore di molte opere (tra cui Le Mille e una Notte e il Kama Sutra) Kloczko esplora la complessità dei popoli, terre e lingue immaginarie la Terra di Mezzo per raccogliere le sue storie fantastiche. Edouard Kloczko lezioni«Cerco di condividere e comprendere meglio la cultura e la storia degli Hobbit, ma anche dei Quendi e dei Khazâd, cioè gli Elfi e i Nani in Tolkien». L’ultima sua fatica è Le Haut-Elfique pour les débutants (L’Alto Elfico per principianti), il libro più completo attualmente disponibile sul Quenya, una delle due lingue principali parlate dagli Elfi nelle opere di Tolkien. Buona lettura!

Come scrivono gli Elfi? Ora c’è il crowdfunding

Le tengwar e il sindarinDa sempre le lingue inventate da Tolkien affascinano moltissimi lettori, e come ben sappiamo, furono proprio queste il germoglio dal quale nacque tutta la mitologia del Professore: «Alla base c’è l’invenzione dei linguaggi. Le ‘storie’ furono create per fornire un mondo ai linguaggi e non il contrario. Per me, viene prima il nome e poi la storia» (Lettera 165). Per tutti gli appassionati di questi linguaggi, di quelli elfici in particolare, è aperto in questi giorni su Kickstarter un crowdfunding da non perdere. La raccolta ha come fine la pubblicazione di un libro intitolato The Elvish Writing Systems of J.R.R. Tolkien, in lingua inglese, scritto dal giovane studioso inglese Matt (Matthews) Coombes. Tale libro si propone di essere una guida scrupolosa e accurata ai sistemi di scrittura degli Elfi tolkieniani,
Campagna di Kickstartere comprenderà le Tengwar, le Sarati e il Cirth, e le rispettive applicazioni sia per quanto riguarda il Quenya, sia il Sindarin. Il testo è accessibile anche a lettori non specialisti, ma illustra comunque l’argomento in maniera accurata: Coombes specifica infatti di voler anche spiegare da dove queste lingue derivino e su cosa si basino. Afferma inoltre di aver già domandato alla Tolkien Estate il beneplacito per la pubblicazione e il permesso di usare font e citazioni originali.

Hobbiton XX, Comastri: «L’elfico che passione»

Linguisti: Gianluca ComastriInizia oggi la Hobbiton di Montefiorino, organizzata dalla Società Tolkieniana Italiana (ne avevamo già scritto qui). Montefiorino fu il centro dell’omonima Repubblica Partigiana, il primo tra i più noti territori che durante la Resistenza riuscirono a liberarsi militarmente dall’occupazione nazifascista. Il paese sull’Appennino per tre giorni, dal 13 al 15 settembre, ospita ora la manifestazione ricca di eventi, mercatini e spettacoli, interamente dedicata agli appassionati di J.R.R. Tolkien. È quindi l’occasione giusta per ascoltare Gianluca Comastri, che terrà sabato un incontro su Le lingue degli Elfi della Terra di Mezzo oltre a vere e proprie lezioni linguistiche (il programma si può leggere qui).

Convegni e università per le lingue elfiche

Corso di lingue elficheChi è veramente interessato alle lingue inventate da J.R.R. Tolkien si sarà già accorto ci come negli ultimi tempi questo campo di studi stia acquisendo sempre maggiore attenzione da parte degli studiosi. La novità è il respiro internazionale che ormai hanno assunto questi studi, tanto da entrare stabilmente all’università. Un convegno internazionale si sta svolgendo in Finlandia, mentre un seminario approfondito della durata di quasi due settimane si svolgerà alla Libera Università di Bruxelles, in Belgio. Tutto questo mentre due delle riviste più attive dedicate alle lingue tolkieniane pubblicheranno un nuovo numero. Ma iniziamo proprio da queste ultime.

Lingue elfiche: il primo seminario anche in Italia

Corso di lingue elficheLa linguistica tolkieniana è una disciplina che merita rispetto. E anche in Italia qualche piccolo passo si sta facendo. Ne è un segnale l’organizzazione vicino Roma, il 27 e 28 aprile, di quello che è il primo seminario sulle lingue tolkieniane, il workshop «Le lingue e i canti degli Elfi». A cura di Gianluca Comastri – studioso e ricercatore, presidente di Eldalie – con il patrocinio della Società Tolkieniana Italiana, il corso è ospitato dall’Accademia Medioevo e si svolgerà presso il Centro studi Eos di Lanuvio (Roma). Per tutti coloro che intendono partecipare, la prenotazione si riterrà effettiva con la compilazione del modulo d’iscrizione e il versamento di una quota di iscrizione (80 euro). Il Centro Eos è facilmente raggiungibile in treno dalla stazione di Roma Termini. Per info e prenotazioni scrivere una mail a info@accademiamedioevo.it, oppure telefonare ai seguenti numeri: 338/4787362 – 3471364049. Le lingue inventate dall’autore del Signore degli Anelli rientrano nell’ambito di quella che è la glossopoiesi, l’arte di creare linguaggi artificiali sviluppandone la fonologia, il vocabolario e la grammatica. Oltre a J.R.R. Tolkien, i più conosciuti glottopoieti sono, probabilmente, L.L. Zamenhof con l’Esperanto e Marc Okrand, creatore del Klingon del mondo di Star Trek .